Svelato il mistero della grande moria delle tortore

Gli attenti lettori del Gazzettino Vesuviano ricorderanno che questo 2011 è cominciato con un nefasto presagio. Era da pochi giorni iniziato il freddo gennaio, quando dal cielo dell’Emilia-Romagna iniziarono a piovere centinaia di tortore morte. La notizia destò grande interesse e sconcerto in tutto il paese, grande risalto gli fu riservato dai mass media nazionali. Per dar senso a questo fenomeno, si formularono le ipotesi più disparate i cui estremi erano racchiusi tra l’invasione aliena e le cause naturali con l’immancabile intermezzo della teoria cospirativa. La Procura della Repubblica dispose allora un’indagine ad hoc per accertare i fatti ed individuare eventuali responsabili e pericoli per la comunità. Dopo mesi di attività investigativa, l’indagine è finalmente conclusa e siamo in grado di riferirvi il perché della grande moria delle tortore. L’individuazione delle cause del decesso dei circa 3.000 – 3.500 esemplari di volatili – fanno sapere dal Corpo Forestale dello Stato che ha condotto gli accertamenti –  si è rivelata particolarmente complessa ed ha richiesto tempi lunghi, dettati soprattutto dalle modalità tecniche e dalle procedure delle analisi di laboratorio. Gli accertamenti diagnostici hanno permesso di accertare che la morte degli uccelli non è stata causata da sostanze tossiche ingerite con gli alimenti. Mentre le analisi virologiche hanno dato esito positivo, le cause del decesso sono pertanto ascrivibili ad esclusivi fattori biologici naturali: letale è stato l’effetto patogeno di un virus aviario (Paramyxovirus aviare) il quale ha agito su animali debilitati dal freddo e da altre pregresse malattie. Determinanti per il contagio virulento e la morte in massa degli animali il sovraffollamento in un uno spazio notevolmente ristretto. Le tortore si erano infatti radunate in migliaia per sfruttare la disponibilità alimentare di  ingenti quantità di semi di girasole stoccati all’interno del piazzale di una ditta locale. In considerazione dell’accertamento della causa naturale del decesso – concludono gli investigatori del CFS – non sono state individuate responsabilità di natura dolosa e/o colposa nei confronti di alcun soggetto e sono state escluse anche ipotesi di danno arrecato direttamente e/o indirettamente alla fauna selvatica. Sulla base della dinamica degli eventi sono da escludere anche elementi di pericolo per la salute pubblica. Dopo che all’inizio della moria erano state formulate le ipotesi più disparate, sono stati i dati scientifici e le analisi di laboratorio a chiarire le cause di questo particolare fenomeno.   Ferdinando Fontanella

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