Napoli: ancora roghi, allarme diossina. Critiche a De Magistris

Ancora roghi e mani pietose a coprire cumuli di spazzatura che emanano fetidi odori, al centro e nell’immediata periferia di Napoli. Nonostante gli sforzi, si calcola che ogni giorno, sul suolo cittadino e sul territorio circostante, restano a marcire oltre duemila tonnellate di rifiuti in un clima soffocante di gran caldo. Allarme dei medici del 118 per l’aumento di malori provocati dalla diossina, sprigionata da falò appiccati, probabilmente da facinorosi, secondo il vice sindaco Sodano. Giovedì vertice Berlusconi de Magistris per un patto di solidarietà e la speranza di ospitare la Coppa America, come promesso dal premier durante la campagna elettorale, qualsiasi fosse stato il primo cittadino. Ad aggravare la situazione, l’astensione dal lavoro dei dipendenti di una ditta privata, la Lavajet, incaricata dall’Asia per la raccolta dei rifiuti al centro e in alcune zone popolari, lavoratori che lamentano il mancato pagamento delle spettanze e il riconoscimento di diritti acquisiti. Contemporaneamente una bomba carta fatta esplodere a poca distanza dall’aula consiliare per rivendicare l’assunzione nella nettezza urbana da parte di disoccupati organizzati.

Nonostante le dichiarazioni del presidente del consiglio che ha dichiarato lo stato di emergenza a Montecitorio è slittato di parecchi giorni l’esame del decreto legge, previsto per oggi, dopo la mediazione del ministro per l’ambiente Prestigiacomo che limita i flussi alle regioni limitrofe, licenziato dal governo e avversato dalla Lega, provocando spaccatura all’interno della maggioranza; la sentenza del Tar del Lazio che non consentiva il trasferimento in altre regioni, bocciata in seguito dal Consiglio di Stato, le ordinanze del consiglio regionale, disattese dai vari comuni che si oppongono all’apertura sul proprio territorio di discariche, hanno rallentato la definitiva soluzione del problema. La Provincia, responsabile di recuperare cave, dopo estenuanti trattative, ha dato l’ultimatum, solo in questi giorni, ai vari sindaci che si sono opposti con ordinanze e ricorsi allo sversamento nelle proprie territorio. “Se non si arriverà ad un accordo, ha dichiarato il presidente Luigi Cesaro, entro sette giorni, il commissario Vardè procederà d’ufficio, con i poteri assegnatigli, all’individuazione dei siti. Basta con le polemiche e via alla solidarietà”. Sul capo della regione più sporca d’Europa incombono sempre i paventati provvedimenti di sanzioni pecuniari da parte di Bruxelles.

Dal sindaco de Magistri, sul quale piovono critiche, essendosi impegnato a ripulire la città in cinque giorni e sono trascorsi ormai due mesi dalla sua elezione, l’impegno per un nuovo sito di stoccaggio temporaneo, all’interno del porto per il trasferimento, via mare, dei rifiuti verso paesi del Nord Europa, con costi notevolmente inferiori, rispetto a quelli nazionali e un no deciso ad un nuovo termovalorizzatore, al compostaggio e alla differenziata spinta. Esclusa, inoltre la riapertura delle discariche di Pianura e l’ampliamento di Chiaiano. “Solo in questi giorni – ha dichiarato il neo sindaco – abbiamo individuato un altro luogo, il quarto, in via Brin, zona industriale, dove è possibile adattare a sito di trasferenza temporaneo. Un capannone, occupato fino a pochi mesi fa da oltre 150 immigrati, trasferiti in strutture più dignitose. A settembre l’estensione della raccolta differenziata ad oltre trecentomila abitanti e 33 mila bidoncini e 70 nuovi mezzi. “Stiamo subendo sabotaggi da parte delle lobby dei rifiuti – ha aggiunto de Magistris – ma noi andremo avanti, non temendo ostacoli e intimidazioni”.

A sua volta il ministro per l’ambiente Prestigiacomo, fa sapere che i trasferimenti non sono la soluzione, ma ci vuole solidarietà, valuteremo l’ordinanza del consiglio di stato, la scelta può essere lo stato di emergenza, invocato da più parti.

Mario Carillo

 

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