Regione, rischio stangata sulla sanità. Il ticket sulle visite specialistiche verso il raddoppio.

I cittadini campani rischiano una nuova stangata sulla sanità. I tagli previsti dalla manovra economica varata dal governo costringono la Regione a garantire una quota aggiuntiva tra i 15 e i 26 milioni di euro. Ciò potrebbe comportare un aumento del ticket sulle visite specialistiche (in base a quanto previsto dall’articolo 17 comma 1 lettera D), che comunque è già scattato in automatico dalla pubblicazione della legge. L’esecutivo nazionale ha imposto alle Regioni di farsi carico di un disavanzo di 381 milioni. La quota riguardante la Campania è tra i 15 e i 26 milioni, calcolata in base al numero di ricette sulla specialistica: ogni anno ammontano a 13 milioni e 800mila, ma solo l’11,4 per cento dei cittadini paga il ticket mentre la restante parte è, per vari motivi, esente. A questo 11,4 per cento di abitanti potrebbe dunque essere chiesto un nuovo sacrificio: dal primo ottobre la Campania ha già introdotto il ticket aggiuntivo su specialistica (10,15 euro per un totale di 46,15), codici bianchi (25 euro per complessivi 50), cure termali (10 euro oltre alla tariffa già prevista a livello nazionale) e farmaci (2 euro a ricetta più 1,5 euro per ogni medicinale). La manovra prevede, però, ulteriori rincari: per le visite specialistiche la sovrattassa è pari a 10 euro. Proprio per decidere quale strada seguire, si è svolta nella Capitale la conferenza Stato-Regioni. Per la Campania era presente Salvatore Varriale, consigliere del governatore Stefano Caldoro per il federalismo fiscale. «Nonostante le difficili condizioni economiche l’obiettivo è pesare il meno possibile sulle tasche dei cittadini campani, già costretti a dover sopportare le tasse più alte d’Italia – ha spiegato Varriale al «Mattino» – La giunta Caldoro ha ereditato dal passato una situazione drammatica e sta operando per rimettere i conti in ordine. A quel punto sarà possibile ridurre le tasse, come annunciato dal governatore». I tagli della manovra rappresentano l’ennesima tegola per la Campania, già alle prese con il piano di rientro dal deficit della sanità. Per fronteggiarlo, la struttura commissariale ha messo in campo una serie di misure: la riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale con il taglio dei posti letto, l’accorpamento e la riconversione di nosocomi e il potenziamento di Asl e distretti; l’istituzione di maggiori controlli sul personale e sulla farmaceutica, i protocolli d’intesa con i Policlinici della Federico II e della Seconda Università di Napoli. A fronte di questi interventi, la Regione ha ottenuto lo sblocco di una parte dei fondi congelati dall’esecutivo. Tuttavia, l’ente di Santa Lucia deve fronteggiare ogni mese una crisi di liquidità senza precedenti (con continue anticipazioni per pagare gli stipendi ai dipendenti delle Asl). A breve, dovrà occuparsi anche della nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie e di quelle ospedaliere, rette finora da commissari.

Antonio Averaimo

 

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