Dopo i dubbi sollevati da “Il Gazzettino Vesuviano” sulla regolarità della giunta comunale della città di Portici per la questione delle “quote rosa”, arrivano i primi ricorsi da parte di un gruppo di donne attive sul territorio. Infatti la giunta guidata dal primo cittadino Vincenzo Cuomo è costituita da soli uomini, e la totale assenza delle donne violerebbe le norme sulle quote rosa che impongono l’inserimento del gentil sesso sia nei consigli di amministrazione sia nei ruoli dirigenziali delle aziende. Ma ad inquietare i sogni dei dieci assessori, tutti rigorosamente uomini, ci hanno pensato Paola Bruno e Monica Franzese attiviste e portavoce delle donne porticesi. Le due attiviste hanno protocollato un documento indirizzato al sindaco Cuomo, nel quale si invita il primo cittadino a regolarizzare la sua giunta entro il 30 settembre, dato che l’assenza di donne tra i banchi degli assessori violerebbe il ddl 24 febbraio 1998, numero 58, dove viene specificato che “il riparto degli amministratori da eleggere deve essere effettuato in base ad un criterio che assicuri l’equilibrio tra i generi”. Nella nota è specificato che “l’equilibrio si intende raggiunto quando il genere meno rappresentato all’interno dell’organo amministrativo ottiene almeno un quinto degli amministratori eletti entro il 2012”. Una richiesta che se dovesse essere accolta provocherebbe un vero e proprio terremoto nella giunta – Cuomo, dato che ben due assessori dovrebbero cedere il posto a due amministratori in gonnella. Paola Bruno, firmataria del documento indirizzato al primo cittadino spiega: “Per accelerare un processo di reale raggiungimento della parità tra generi, la legge rappresenta un passo in avanti che permetterà di aprire le porte di amministrazioni e aziende a donne di talento che meritano quei posti e che fino ad oggi sono state escluse. Il lavoro comunque – prosegue Bruno – è ancora lungo e complesso, ora tocca a noi mostrare le nostre capacità, il nostro talento la determinazione e l’impegno costante nello svolgimento del ruolo pubblico amministrativo o istituzionale che sia, per poter arrivare, chissà, nel prossimo futuro con una presenza di donne anche maggiore delle quote imposte quasi naturalmente senza alcuna forzatura”. La questione delle quote rosa ha già messo in ginocchio numerose giunte delle città campane, dove la maggior parte dei ricorsi effettuati da donne che denunciavano l’assenza del gentil sesso tra gli assessori, sono stati accolti e quindi i sindaci hanno dovuto stravolgere la composizione della giunta. Un vero fulmine a ciel sereno la richiesta delle donne – attiviste che farà preoccupare non poco gli assessori, che potrebbero essere costretti ad uscire dalla giunta.
Andrea Scala