L’incontro in natura con una volpe non è molto raro, lo sa bene chi è avvezzo alle passeggiate per monti e colline, o chi vive in compagna. Spesso però il contatto visivo dura solo pochi secondi, il tempo di accorgersi della presenza dell’uomo e, con un guizzo fulmineo, il fulvo e schivo animale si dilegua nel fitto della vegetazione. Grande deve essere stata, dunque, la sorpresa di un gruppo di ragazzi che ad inizio luglio, circa all’una e mezza di notte, sulla via Meta-Amalfi all’altezza di Tordigliano, si sono imbattuti in un giovane volpacchiotto di appena 20/30 cm di lunghezza, che invece di scappare via veloce, procedeva a zig-zag sulla strada e sembrava andare a sbattere negli ostacoli, ragion per cui, non avendo il coraggio di abbandonare la volpe al suo destino, all’alba, i ragazzi hanno deciso di affidarla alle cure dei volontari del Wwf Penisola Sorrentina. Gli ambientalisti, dopo attenta visita veterinaria, hanno accertato che l’animale era affetto da cecità, da questo dipendeva l’anomalo comportamento osservato dai suoi soccorritori. “Forse la volpe era nata così – spiega Claudio d’Esposito presidente del Wwf Penisola Sorrentina – ed era sopravvissuta per i primi mesi nella tana con gli altri fratelli e poi, alle prime uscite all’esterno a circa 60 giorni di vita, si era persa o, probabilmente, la madre stessa notando un comportamento strano l’aveva abbandonata? Devo confessare che il sentimento di angoscia ed impotenza e la voglia e la speranza di trovare una qualche soluzione ci hanno attanagliato per giorni. Finché non arrivò una notizia che ci diede un barlume di speranza: dalla visita specialistica fatta da un veterinario oculista risultò che non era presente alcun danno alla retina e alla pupilla, per cui si “ipotizzò” una probabile infiammazione del nervo ottico! Si decise pertanto di sottoporla ad una apposita e lunga cura di antibiotici.” La somministrazione dei farmaci, seguita dell’esperto Zoologo Guglielmo Maglio, si è protratta per circa due settimane e i risultati, lenti ma continui, non sono tardati a farsi notare. “La giovane Volpe, chiamata Polly, – conclude d’Esposito – ad oggi si può dire abbia riacquistato la quasi totalità della vista e si presenta in ottima forma. La qual cosa ci riempie di gioia. Stavolta il sottrarre quell’animale al suo ambiente naturale gli ha dato una possibilità di sopravvivenza che da sola, in Natura, non avrebbe certo avuto. Ora però ci aspetta la fase più complessa e delicata, ovvero disabituare totalmente la volpe alla presenza dell’uomo (il suo vero e unico pericolo!!!) ed “addestrarla” alla predazione naturale per essere sicuri che, una volta rimessa in libertà, sia capace di sopravvivere da sola e badare a se stessa. Spesso le volpi vengono rinvenute vittime di bocconi avvelenati, ferite sull’asfalto o nelle tagliole dei bracconieri, ma stavolta la storia è a lieto fine! Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della nostra “Polly” e sulla data, ci auguriamo imminente, della sua liberazione.” Ferdinando Fontanella