Il Tar del Lazio accoglie il ricorso della Provincia di Avellino. Il governatore Stefano Caldoro non potrà più emettere ordinanze per i conferimenti dei rifiuti di Napoli nelle discariche delle altre province senza prima aver dimostrato che gli impianti di Terzigno e Chiaiano siano saturi. Il tribunale amministrativo ha esaminato il ricorso presentato dall’amministrazione provinciale di Avellino contro l’ordinanza di Caldoro del 14 luglio scorso, con la quale era stato disposto che a Pustarza si potesse sversare per altri dieci giorni la frazione umida degli impianti di Caivano e Battipaglia (circa 4mila tonnellate). Una vittoria del presidente della Provincia irpina Cosimo Sibilia che rischia però di far riesplodere l’emergenza proprio mente si stava faticosamente tornando alla normalità. «Sono state accolte – ha spiegato l’avvocato Giancarlo Viglione che ha tutelato gli interessi della Provincia al Tar – tutte le motivazioni del nostro ricorso. Guai se il Tar si fosse limitato solo a sancire che l’ultima ordinanza Caldoro aveva esaurito i suoi effetti. Ci sarebbe stata subito un’altra ordinanza. E, invece, il tribunale amministrativo, così come sollecitato, ha emesso un’ordinanza con l’indicazione di alcuni indirizzi precisi per il futuro». La decisione del Tar conferma le preoccupazioni della Regione che da tempo sollecita la costruzione di nuovi impianti per uscire definitivamente dall’emergenza. Il ciclo dei rifiuti della provincia napoletana, fanno sapere da palazzo Santa Lucia, necessita di interventi strutturali. Da qui la necessità di realizzare nuove sinergie e collaborazioni bipartisan. In questo modo, è il ragionamento dei tecnici della regione, sarà possibile affrontare la crisi senza ambiguità e voltare finalmente pagina.
Antonio Averaimo