Li chiamano need: non in education, employment or training. Sono i giovani che non studiano e non lavorano. Una situazione che vive oltre il 30 per cento dei laureati meridionali sotto i 34 anni, secondo il Rapporto Svimez 2011 sull’economia del Mezzogiorno, di cui sono state diffuse oggi alcune anticipazioni.
Sono circa 167 mila i laureati meridionali fuori dal sistema formativo e del mercato del lavoro, con situazioni critiche in Basilicata e Calabria.
“Una dato allarmante, un quadro che sembra lasciare senza speranze non solo il Mezzogiorno, ma tutto il Paese – commenta il presidente nazionale di Unimpresa, Paolo Longobardi – Quando i giovani smettono di essere attori della ripresa e le loro speranze vengono soffocate, allora vuol dire che si è imboccato un vicolo cieco, dal quale bisogna uscire più in fretta possibile, per non perdere la giusta direzione”.
Alle preoccupazioni sul futuro di un’Italia uscita a pezzi dalla morsa della recessione, Longobardi aggiunge alcune considerazioni relative alle dichiarazioni del presidente della Svimez, Adriano Giannola.
“Come abbiamo subito sottolineato all’indomani dell’approvazione, questa manovra penalizza il Sud – ha spiegato il leader di Unimpresa – Condividiamo l’analisi che i tagli delle spese e l’aumento delle entrate tese al pareggio di bilancio, indeboliscano le famiglie e le loro capacità di consumo. Abbiamo già sostenuto che in una prospettiva di lungo periodo la correzione degli squilibri nei conti pubblici non possa essere disgiunta da un sostanziale aumento del ritmo di crescita tendenziale della nostra economia. Va accelerato il superamento delle norme anti-concorrenziali che ancora caratterizzano il nostro sistema produttivo, soprattutto nel settore dei servizi. Va superato il dualismo del mercato del lavoro, migliorando le prospettive occupazionali dei giovani e stimolando la partecipazione delle donne. E investire in capitale umano coinvolgendo, appunto, i nostri giovani”.