Aggressione e minacce ai volontari dell’Adda a Castellammare di Stabia

Colonia di cani abbandonata al rione Cmi, aggressione verbale e minacce ai volontari dell’Adda che portano acqua e cibo a circa 16 randagi situati in un’area circostante un edificio fatiscente. L’episodio si è verificato ieri mattina ed è stata sporta denuncia contro ignoti alla polizia. Nella zona Cantieri Metallurgici si sono recati i vigili urbani, personale dell’Asl e del servizio veterinario e i volontari dell’Adda per trovare un’adeguata sistemazione a questi randagi. Le varie parti in causa hanno deciso di aggiornarsi al 22 agosto prossimo. Nel frattempo i volontari dell’Adda sono stati autorizzati a portare acqua e cibo ai cuccioli. Poco prima di mezzogiorno però si è verificato l’increscioso episodio. Una volta allontanatisi i vigili, Rosaria Boccacini (presidente dell’associazione) e una volontaria sono state minacciate di morte. “Non vi permettete più di venire qui a portare cibo ai cani – hanno affermato alcuni residenti – o finisce male per voi”. E’ stata la stessa Boccacini a denunciare il tutto ai funzionari di polizia stabiesi, agli ordini del primo dirigente Ferdinando Rossi, che hanno avviato delle indagini sul caso. “Queste bestiole – denuncia l’Adda – , inizialmente denominati “gruppo Biafra” perché estremamente affamati, dopo mesi di atti d’intolleranza sia nei loro confronti diretti e sia verso i volontari che portavano loro il cibo, sono stati prima drasticamente decimati e ridotti da circa trenta a circa venti con modalità che tuttora si ignorano e poi, intorno al 20 giugno 2011, addirittura letteralmente segregati all’interno dell’area dove stazionano, mediante la chiusura totale del varco aperto in un muro che costeggia la ferrovia e l’ostruzione del cancello di entrata con vari materiali”. Ciò ha costretto i volontari, che già dopo l’ordinanza “anti-randagi” emessa dall’amministrazione Bobbio non potevano più lasciare a disposizione del gruppo né cibo né acqua pena non trovare più nemmeno le scodelle, a inserire con enormi difficoltà il cibo e l’acqua, durante le ore notturne, attraverso una piccola apertura praticata fra due sbarre del cancello da un membro dell’associazione.

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