Gli studenti pomiglianesi scrivono al Presidente Napolitano per la cittadella scolastica

La storia della cittadella scolastica inizia da molto lontano, precisamente dal 2000, quando l’allora consigliere provinciale Michele Caiazzo per i Democratici di Sinistra fece stanziare i fondi per la realizzazione del più grande polo scolastico della storia della città di Pomigliano d’Arco. Il progetto venne approvato, il comune di Pomigliano d’Arco nella passata consiliatura individuò la parte di territorio cittadino presso la quale sarebbe dovuta sorgere la cittadella scolastica, restava solo da bandire la gara per assegnare i lavori di esecuzione del progetto. Senza ricordare tutti i dettagli di cui abbiamo già parlato nelle scorse edizioni in merito ai numeri della cittadella scolastica che di fatto sarebbe il più grande polo scolastico mai sorto a Pomigliano, ci basterà dire che tra il 2009 ed il 2010 a causa del cambio di maggioranza alla provincia di Napoli ed al comune di Pomigliano d’Arco il progetto, tuttora sembra essere caduto nel dimenticatoio nonostante gli sforzi compiuti dai Giovani Democratici di Pomigliano che hanno raccolto 1240 firme con una petizione depositata presso l’ufficio protocollo della provincia.  Tuttavia la petizione è stata depositata in provincia nel mese di marzo, e ad oggi 28 luglio ancora non è pervenuta alcuna risposta. Di qui la decisione da parte di alcuni studenti pomiglianesi di scrivere al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per sollecitare con il suo intervento la realizzazione della cittadella scolastica. Riportiamo qui di seguito un estratto del testo della lettera inviata al Capo dello Stato : “Egregio Presidente, a scriverle sono dei giovani studenti di Pomigliano d’Arco in provincia di Napoli, Città operaia diventata tristemente famosa per le recenti e dure battaglie in difesa della dignità dei lavoratori del nostro territorio. Delusi dalle Istituzioni locali, sorde e sempre più lontane da quelle che sono le problematiche del territorio, ci rivolgiamo a Lei confidando nel suo ruolo di garante dei diritti fondamentali. Le scriviamo, in particolare, per segnalarle  il caso della “Cittadella Scolastica” di Pomigliano d’Arco,  di cui da diversi mesi ci stiamo occupando. L’idea di Cittadella scolastica nasce nel 2000, quando gli sconvolgenti effetti del terremoto a San Giuliano di Puglia sensibilizzano l’opinione pubblica alla costruzione e alla messa in sicurezza degli edifici scolastici su tutto il territorio Nazionale. Nel 2004 la Giunta Provinciale approva il progetto preliminare della Cittadella; nel corso dei due anni successivi, in fase di approvazione del bilancio il Consiglio Provinciale stanzia i fondi (16.150.880 euro) per la realizzazione di un campus scolastico a Pomigliano. Il progetto prevede la realizzazione, su un’area di ventisettemila mq, di sette edifici (con cento aule didattiche e laboratoriali, due palestre, uffici amministrativi e un auditorium) in cui dovrebbero trovare sede due istituti scolastici di secondo grado (Istituto Statale per l’ Istruzione Superiore “Europa” e Liceo Scientifico Pedagogico e delle Scienze Sociali “S. Cantone”). Con la realizzazione della Cittadella Scolastica si porrebbe così definitivamente fine all’annoso problema di istituti superiori, presenti nella nostra Città, ospitati in sedi non proprie e non sempre sicure. Con le elezioni amministrative della primavera 2009, si insedia una nuova Amministrazione alla guida della Provincia di Napoli e il progetto della realizzazione della Cittadella Scolastica di Pomigliano subisce un arresto: la gara, infatti, non viene bandita e ad oggi non si ha certezza dei tempi. Nonostante l’impegno profuso e tutte le nostre energie messe in campo in questi mesi per far luce su queste faccende, ad oggi ci rendiamo conto che forse tutto ciò non basta. Non bastano le manifestazioni in piazza. Non bastano i dossier informativi. Non bastano le raccolte di firme. Non bastano i gazebo montati nelle piazze, per strada, nei mercati rionali, per informare i nostri concittadini. Non bastano neanche le attenzioni riservateci dalla stampa locale. Non basta il tempo sacrificato ai nostri affetti per impegnarci in questa causa. Caro Presidente, conoscendo la Sua sensibilità verso la comunità scolastica in generale, e gli studenti in particolare, chiediamo il Suo sostegno ed un Suo autorevole intervento in questa nostra battaglia di civiltà volta a garantire quel sacrosanto diritto allo studio che ci dovrebbe essere riconosciuto da uno Stato democratico come è il nostro”.

Massimo Venturi

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