Tornano le “Lune di Pompei”, l’appuntamento serale del sito archeologico

Nella suggestiva cornice degli scavi di Pompei si ripete di anno in anno la magia delle visite notturne, la possibilità di calcare le strade, inseguire i volti e le case  dell’antica città sotto un’ altra luce, in un’atmosfera raccolta,  dove il silenzio dà voce  alle storie di un altro tempo. L’evento, organizzato dal comune in collaborazione con la Soprintendanza archeologica, si terrà da luglio ad ottobre tutti i weekend, tranne dal  12 al 21 agosto, quando avrà cadenza quotidiana, e sarà accessibile solo tramite prenotazione (www.lelunedipompei.it) . La presentazione, il primo agosto, ha avuto come protagonisti il sindaco Claudio D’Alessio e l’assessore ai trasporti della provincia di Napoli, Antonio Pentangelo,  entrambi attenti a sottolineare l’importanza culturale ed economica del sito e dell’appuntamento serale per la città, ma anche per l’intera regione, in vista di una sua auspicabile ripresa.  Sono otto le lune che ci accompagnano lungo il percorso illuminato dalle lampade a olio, come nell’antichità, mentre Luca Ward, voce narrante, fa rivivere in ogni luogo la sua storia, i suoi personaggi dimenticati. È la Luna della Morte la prima tappa della nostro passeggiata, nella necropoli di porta Nocera, dove la tomba di Eumachia, le sue statue, ci appaiono  diverse sotto la volta stellata, si imprimono nella nostra mente suggestionandola  insieme alla rievocazione delle  usanze funebri romane. Attraversata la necropoli, si giunge al camminamento  sulle mura, uno sguardo verso il basso e la Luna Virtuale ci regala la proiezione della Pompei che fu, delle sue domus sontuose screziate di rosso pompeiano,  la pareti dipinte, il foro e la città tutta vista dall’alto, e la città che resta appare come un’ombra antica proiettata sul muro del tempo. E quello che avvenne, quello che travolse la vita della natura e degli uomini all’ombra del Vesuvio, è raccontato dalla Luna della Speranza: nell’orto dei fuggiaschi calchi di uomini, donne, bambini, cani imprimono nell’animo l’immagine del vuoto riempito di paura e di angoscia, di una fuga che li ha condotti fino a noi, testimoni di una città svuotata piena di spettri e di memoria. Il cammino prosegue  con la Luna del Successo nella Casa del Profumiere, simbolo dei fiorenti commerci locali, e con la Luna Comunitaria, nella Casa della Nave Europa, dove l’affresco parietale fa rivivere l’antico mito. Nella Villa di Ottavio Quartione, invece, ci attende la Luna dei Misteri: saranno Piramo e Tisbe, rappresentati sulle pareti della domus, a narrarci il loro amore tragico, antesignano del dramma shakespeariano, mentre Narciso, raffigurato dall’altro lato, è ancora prigioniero della sua fatale bellezza. Ma è nei giardini la narrazione più suggestiva: tra i canali che riproducono il Nilo e le sue esondazioni, ecco giungere la voce di Iside, cui il proprietario era devoto, che accorata ricorda la sue alterne fortune, dea  perseguitata  e venerata . Abbandonando il mondo degli dei e i loro riti, torniamo alla vita degli uomini: un antico romano ci riporta alla quotidianità della città passata con i graffiti che riappaiono magicamente sulle mura della palestra, scritte d’amore o di infedeltà, e poi la frase più bella: hic sumus felices. Tuttavia si tratta di una felicità tragica, effimera come quella che si respira nell’anfiteatro della Luna dei Giochi: lì i gladiatori si esibivano, gli uomini si divertivano e dimenticavano la forza del fato incombente su di loro. Così termina il percorso, eppure il suo fascino è ancora racchiuso in noi  ed ci interroga col suo destino ineluttabile e la sua straordinaria bellezza, che non sono che il destino e la bellezza dell’uomo.

Claudia Malafronte

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