Grande entusiasmo e partecipazione cittadina ha suscitato la conferenza stampa del neo assessore alla valorizzazione del patrimonio storico, apparsa sugli organi di informazione locali e nazionali, la scorsa settimana, relativa al quadro rinascimentale di Riccardo Quartararo, prestato alla Sovraintendenza ai beni culturali di Napoli per un allestimento di una mostra nel 1988 e non ancora restituito alla Chiesa dello Spirito Santo. La voglia di riscatto e la rinnovata appartenenza ad una comunità dal glorioso passato, ha fatto si che venissero segnalati allo stesso assessore altri casi da alcuni cittadini torresi, amanti della nostra città e che credono fermamente che il solo vero e duraturo riscatto, passi necessariamente attraverso il nostro grande patrimonio storico culturale.
Alcuni mesi fa è comparsa sulla stampa nazionale la seguente notizia:
“Su proposta del neo assessore alla cultura del comune di Casalbordino, Fabrizio D’Agostino, in data 10 novembre, con la delibera nr. 161 la G.C. ha approvato l’esposizione permanente del calco trasparente di Pompei del signor Amedeo Cicchitti, nato a Casalbordino il 04.04.1927.
Tale metodo rivoluzionario è stato inventato e brevettato dal signor Cicchitti nel 1985; esso consiste in un calco di resina trasparente.
Il calco trasparente è andato a sostituire il precedente metodo in gesso, permettendo in questo modo di visualizzare i resti contenuti all’interno del calco, come ossa ed oggetti di vario genere, delle vittime dell’eruzione di Pompei avvenuta nel 79 d.C.(in particolare oggetti preziosi quali anelli, bracciali, collane ecc. ecc.).
Quale cornice a questa importante esposizione, attualmente ospitata presso alcune sale del museo delle Scienze Naturali de L’Aquila, l’amministrazione comunale ha individuato i locali del prestigioso Palazzo Furii”.
Il calco di cui si parla e’ l’unico esempio al mondo di calco trasparente che permette di osservare vestiti ed oggetti bracciale, borsellino , monete della vittima al momento dell’eruzione e’ quello della giovane donna trovata insieme ai suoi gioielli insieme ad altre vittime in uno degli ambienti della Villa di Crasso Frugi ad Oplontis , scavo di Via Murat. Il calco unico al mondo è stato esposto insieme agli ori di Oplonti a Castel Sant’Angelo in Roma nel 1987 nella sede dello Spolettificio a Torre Annunziata, nel 1989 al Museo Civico di Teramo, e poi nel 1991 a New York e al Museo di Houston nel Texas. La cosidetta “Signora di Oplonti”. È stata poi sottoposta a tecnologia medica all’Università di Sidney in Australia.
Attualmente giace in deposito all’antiquarium di Boscotrecase, vicino, ma comunque lontano dal suo naturale sito, Oplonti . “La notizia sopra riportata ci lascia meravigliati e sgomenti” afferma l’assessore Tolino, è inconcepibile come nel corso degli anni ci stanno portando via tutto: la caserma dei Pompieri, gli uffici finanziari, l’attività portuale, l’Ospedale, le nostre opere d’arte intorno alle quali costruire quello che è un Sistema Museale Naturale formato da Scavi- Real fabbrica d’Armi – Basilica centro antico. Ci batteremo con forza ed intraprenderemo tutte le strade possibili affinché le opere della nostra Città ritornino a casa. Volendo o nolendo dobbiamo ammettere che se per Torre un futuro c’è, questo passa solo ed attraverso il turismo, il mare, il nostro patrimonio artistico e storico. Un appello lo rivolgo a tutti i Torresi in Italia e nel mondo affinché segnalino presso questo Assessorato altre eventuali opere portateci via. Questa e’ una straordinaria partecipazione alla cultura che si accresce di contributi di tutti. Un modo di essere protagonisti della storia nonché custodi e vigili delle nostre opere d’arte”.Intanto altra opera di inestimabile valore un grande affresco, forse tra i più grandi della Romanità a rappresentare un paesaggio, trafugato negli anni settanta dal sito archeologico di Oplonti, è stato ritrovato e sequestrato dalla Guardia di Finanza a Parigi. Datato al I secolo d.C., l’affresco mostra un pergolato di tralci, un satiro che cavalca un mulo e una donna coperta da un mantello che offre un sacrificio dinanzi a un altare. L’affresco lungo tre metri è uno dei dipinti più ampi con un tema di paesaggio mai trovato nell’area vesuviana. “E’ raro vedere l’affresco di un paesaggio di queste dimensioni,” dichiarò allora il capo archeologo Stefano De Caro. “Normalmente si tratta di piccoli dipinti che mostrano porti o scene di natura selvaggia. Ma qui ci troviamo di fronte ad un paesaggio rurale, con file di pergolati e un grande santuario – probabilmente quello di Dioniso (il dio greco del vino),” e aggiunse, anche se gli archeologi dovranno ancora lavorare per rintracciare il luogo dove è stato asportato l’affresco a pezzi, è probabile che decorasse le pareti esterne della villa, che affacciavano su un giardino. La polizia italiana del settore opere d’arte, in collaborazione con gli investigatori Svizzeri, Belgi e Francesi, ha lavorato per rintracciare il dipinto, che si sapeva avesse fatto tappa a Ginevra nei primi mesi del 1980. L’affresco era rimasto appeso per un certo periodo in casa di un ricco industriale di Brussels, prima che prendesse la strada di Parigi. Gli investigatori hanno scoperto il dipinto in casa dell’ editore francese, nonché collezionista d’arte, Jacques Marcoux, in Piazza Vendome.Dopo 40 anni di spostamenti all’estero, l’affresco fu messo in esposizione a Palazzo Massimo, a Roma, come parte di una mostra dedicata a pitture murali di Pompei, Ercolano e altre città vesuviane per tutto il mese di marzo. Ma a chiusura della mostra, fu riconsegnato alla soprintendenza archeologica di Pompei. “anche questa segnalazione” aggiunge Tolino, “ ci e’ stata fatta da un cittadino Torrese Roberto De Nicola, che sta operando per quanto di sua competenza e dando una valida collaborazione a come è possibile riavere questa testimonianza di altissimo valore storico e culturale, a dimostrazione del rinnovato clima di partecipazione ed appartenenza che sta nascendo in città.
Questo Assessorato in collaborazione con gli altri colleghi del settore studierà i requisiti per una degna sistemazione affinché tutta la popolazione ed i turisti possano godere di queste meraviglie”