Le indagini proseguiranno nei giorni a venire cercando di fare definitivamente luce su quanto accaduto stamattina poco dopo le 7,30, quando il “Jolly Grigio”, un portacontainer diretto a Marsiglia, ed il peschereccio di Portici “Giovanni Padre” si trovavano a circa 5 miglia da Ischia.
Al momento la pesante accusa di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo a fatto sì che siano stati arrestati due componenti dell’equipaggio del cargo “Jolly Grigio”, che ha speronato il peschereccio “Giovanni Padre”. I due marittimi arrestati S.M., 3° Ufficiale di Coperta e di M.S., timoniere e vedetta, entrambi di guardia in plancia sulla nave Jolly Grigio al momento della collisione. Gli arrestati sono stati tradotti dagli uomini della Guardia Costiera alla Casa Circondariale di Poggioreale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. L’arresto in flagranza è stato disposto dalla Guardia Costiera nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo e dai pm Giovanni Corona e Alessandro Cimmino. Il provvedimento e’ stato adottato dopo aver, tra l’altro, raccolto le testimonianze di alcuni pescatori e componenti dell’equipaggio della Jolly Grigio. Secondo una prima ricostruzione, e’ ipotizzabile che al momento dell’incidente nessuno fosse ai comandi del portacontainer.
La Capitaneria di Porto di Napoli fornisce la ricostruzione di quanto accaduto: “Alle 8.45 circa e’ arrivata una chiamata di emergenza via radio alla centrale operativa della Guardia Costiera di Napoli da parte del peschereccio “Conchiglia”, per avvisare di una collisione appena avvenuta tra la nave portacontainer “Jolly Grigio” ed il peschereccio “Giovanni Padre” a circa 2 miglia e mezza a sud di Punta San Pancrazio dell’isola di Ischia. Dalle prime ricostruzioni è emerso che, a seguito dell’impatto, il peschereccio è affondato velocemente mentre la nave ha proseguito sulla sua rotta per Marsiglia avendo lasciato il porto di Napoli da circa un’ora. Il capobarca del motopesca, Vincenzo Birra, che al momento del sinistro si trovava ai comandi, é stato recuperato dalla Motovedetta Sar 807 di Circomare Ischia ed attualmente è ricoverato presso l’Ospedale Rizzoli di Ischia. Da un primo riscontro dei medici del nosocomio isolano, le sue condizioni sembrano essere buone, anche se ancora sotto choc”.
E’ stato proprio Birra a comunicare ai soccorritori che a bordo del “Giovanni Padre” c’erano altri due marittimi che all’atto dello scontro erano sottocoperta. A comunicare l’accaduto al comando del “Jolly Grigio” è stato il personale della sala operativa della Capitaneria di Porto di Napoli, ordinando di invertire la rotta al fine di dare assistenza alle operazioni di soccorso già iniziate per l’immediato intervento delle Motovedette, di un velivolo della Guardia Costiera e di un elicottero della Guardia di Finanza. Successivamente la Sala Operativa ha disposto l’immediato rientro nel porto del capoluogo campano della nave della Compagnia genovese Messina, per i previsti accertamenti disporsi dall’Autorità Giudiziaria, tra i cui il sequestro dei documenti di bordo e dell’apparato Voyage Data Recorder, la così detta “Scatola Nera”. Il personale del “Jolly Grigio” di guardia in plancia al momento dell’impatto, prima dell’interrogatorio, è stato sottoposto ai test di rito in caso di incidenti, per verificare l’eventuale assunzione di sostanze psicotrope.
Il peschereccio di 21 metri iscritto nel compartimento marittimo di Portici (è sotto la giurisdizione della Capitaneria di Porto di Torre del Greco) si trovava al largo di Ischia per pescare con a bordo i tre pescatori vesuviani, i due dispersi Vincenzo e Alfonso Guida, padre e figlio di 43 e 21 anni, ed i 32enne capobarca che avevano lasciato all’alba il porto del Granatello. A Torre del Greco e ad Ercolano dove i tre sono residenti la notizia dell’incidente si è subito diffusa e per chiedere notizie sull’accaduto si sono radunati nei pressi della sede della Guardia Costiera un gruppo di colleghi dei tre malcapitati.
Per il comandante Francesco Cammarota del reparto operativo della Capitaneria di Napoli ci sarebbe già una idea abbastanza chiara sull’accaduto, ma per confermarle ulteriormente è in arrivo da Taranto un mezzo militare che scandaglierà il fondale (nell’area e di circa 400 metri) per raggiungere la barca affondata dove potrebbero essere rimasti intrappolati i due dispersi.
Intanto a Napoli Aniello Puglisi, comandante del “Jolly Grigio”, prova a ricostruire l’incidente parlando anche della possibilità che la tragedia sia stata causata dalle reti del peschereccio involontariamente agganciate nello scafo del portacontainer tirando giù il “Giovanni Padre”. Per il capobarca Vincenzo Birra non ci sono dubbi né ricostruzioni da fare: “Ci sono venuti addosso”.
C’e’ dolore e rabbia ad Ercolano in casa dei familiari dei marinai Vincenzo e Alfonso Guida, padre e figlio, attualmente dispersi in seguito all’incidente avvenuto questa mattina nelle acque al largo di Ischia. Il sindaco Vincenzo Strazzullo che in serata si e’ recato a casa della famiglia Guida in via Achille Consiglio, ha incontrato la moglie Immacolata Ramaglia, il figlio e alcuni familiari che vivono nello stesso stabile. ”Ho promesso alla signora di pregare intensamente per il marito e il figlio – ha detto il sindaco uscendo dall’abitazione – in un momento drammatico. Ho visto persone umili, composte, chiuse nel dolore come del resto avviene in questi casi, consapevoli di quanto accaduto”.
Il lavoro continua senza sosta sia nella ricerca dei dispersi nonchè‚ per accertarsi che non vi siano altre colpe o mancanze che hanno provocato la tragedia.