Dalla scatola nera del Jolly Grigio un urlo: “Vanno a fondo! Stanno colando a picco!”

Il giudice delle indagini preliminari Maurizio Santise ha convalidato l’arresto a carico del timoniere e del terzo comandante della “Jolly Grigio”, arrestati dalla Capitaneria di porto di Napoli a seguito della collisione con il peschereccio di Torre del Greco. Il gip praticamente ha confermato in pieno l’impianto accusatorio della Procura di Napoli. Ai due indagati sono stati concessi gli arresti domiciliari. Dunque Maurizio Santoro, timoniere, e Mirko Ferinelli sono accusati di duplice omicidio colposo e naufragio colposo.

Sono state sospese alle 22 domenica sera le ricerche di Alfonso Guida ed il figlio Vincenzo. A confermarlo la Capitaneria di Porto di Napoli secondo cui ”le ricerche dei due dispersi continueranno ad esserci con le motovedette della Guardia Costiera e delle altre forze dell’ordine, ma all’interno dell’attività di sorveglianza che in questi giorni di Ferragosto è stata, peraltro, intensificata”. Dalla Capitaneria partenopea vengono conferme che ci sono vivi contatti tra lo Stato Maggiore della Difesa e della Marina per l’invio nei prossimi giorni di una nave militare per localizzare il punto esatto in cui giace il motopeschereccio.

Intanto i familiari dei due marinai del peschereccio dispersi chiedono che le ricerche per il recupero dei corpi proseguano. ”Noi vogliamo solo che le ricerche proseguano. Ormai il danno è fatto e il resto lo stabilirè il magistrato”, ha detto Rosaria Sasso, la cognata di Vincenzo Guida il marinaio di Ercolano che, assieme al figlio Alfonso, risulta disperso.

I parenti sono sconvolti dalla notizia del timoniere che aveva sniffato cocaina, come ammesso durante l’interrogatorio dallo stesso indagato. Inoltre le conversazioni registrate dalla scatola nera del cargo, esaminate dagli inquirenti, raccontano di una nave che prosegue nella sua folle corsa anche dopo l’impatto senza che gli occupanti si preoccupino di prestare i soccorsi. Si sentono due voci. La prima èpoco più di un sussurro e dice: “Cazzo, li abbiamo presi”. La seconda è un urlo: ”Vanno a fondo! Stanno colando a picco!” Numerose le contraddizioni messe a nudo rispetto alla versione dei fatti fornita dai due ai pm Corona e Cimmino. Nell’inchiesta potrebbe essere coinvolto anche il comandante del cargo, chiamato in causa dal terzo ufficiale. Alla domanda se subito dopo l’impatto con il peschereccio avesse consigliato ai suoi il silenzio, il terzo ufficiale ha risposto: “Sì ci ha raccomandato il silenzio”. In sostanza gli elementi raccolti dalla scatola nera del cargo smentirebbero in più parti la prima versione fornita dagli indagati denotando che dal cargo c’era la “lucida consapevolezza” di quanto commesso. I due marittimi arrestati, invece, hanno sempre sostenuto di essersi resi conto del pericolo ma di non essere riusciti ad evitare l’impatto con il peschereccio. Ma ad inchiodare i due ci sarebbe la prova che il radar Arpa, lo strumento di bordo capace di segnalare l’allarme di imminente collisione in mare, si è azionato regolarmente. Sempre dalla scatola nera si sente una voce concitata che urla: “Aziona il fischio! Azionalo! Ma perchè non lo fai?”

Secondo l’accusa chi era ai comandi del “Jolly Grigio” avrebbe potuto deviare la propria rotta già a circa due chilometri dal punto finale dell’impatto. Altro inquietante elemento. Una voce prima dello speronamento dice: “Perche’ non hai rallentato?” La risposta del timoniere è: “Aspettavo l’ordine del comandante”.

 

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