La ditta “Pacifico Costruzioni spa”, secondo quanto stabilito dal provvedimento, ha sette giorni di tempo per rimuovere la “gabbia” metallica dal centro cittadino. Al contrario si procederà d’ufficio ed in danno dei responsabili.
Allo stato e, ancor più, in prospettiva dell’imminente avvio del nuovo anno scolastico, le installazioni, collocate a pochi metri dall’istituto scolastico del Primo Circolo, costituiscono un pregiudizio per la sicurezza di automobilisti e pedoni, in ragione della totale assenza di visibilità alle intersezioni stradali interessate quali: piazza Bartolo Longo, via Bartolo Longo, via San Michele e via Colle San Bartolomeo.
I principali punti che il comandante dei caschi bianchi contesta alla ditta “Pa.Co.” sono: ostacolo alla circolazione stradale, specie al transito di bus scolastici, con ripercussioni negative sull’intero sistema di viabilità cittadino ed evidenti lesioni del diritto alla mobilità; danno all’immagine e al decoro della città anche per il perenne insudiciamento determinato dalle numerose affissioni; problema igienico-sanitario dovuto al ristagno di rifiuti all’interno dello spazio recintato; impedimento all’utilizzo della sede stradale ai fini della sosta, attesa la carenza di stalli a tanto destinati, specie nel centro storico.
Il Comune, pertanto, ha ordinato ai signori responsabili che “le barriere metalliche poste a recinzione del cantiere per i lavori di restauro e risanamento conservativo del complesso ‘Case Operaie’, di proprietà dell’Amministrazione del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, ed insistenti sulla sede stradale di proprietà comunale, segnatamente lungo piazza Bartolo Longo, via Bartolo Longo, via San Michele e via Colle San Bartolomeo, siano rimosse dall’attuale collocazione”.
Nel caso in cui si ritenesse opportuno, ai fini della sicurezza del cantiere, che la recinzione in questione si presenti indispensabile, la ditta deve procedere ad horas ad arretrare la stessa in aderenza al profilo degli edifici.
La storia. Nel 2004, attraverso un’intesa siglata tra Regione, Comune e Chiesa, il Santuario di Pompei ottenne dei finanziamenti regionali per l’edilizia pubblica pari a 3 milioni e 400mila euro. Questi fondi sono stati destinati alla ristrutturazione dell’imponente edificio di proprietà della curia, denominato “ex case operaie”, sito al centro della città, per favorire la nascita di una struttura per l’accoglienza di ragazze madri e minori in difficoltà.
Trattandosi di finanziamenti pubblici, la Regione non poteva trasferire tali fondi direttamente nelle casse della Chiesa, in quanto ente privato, e pertanto, furono erogati al Comune, che ha agito da stazione appaltante.
I lavori in questione hanno registrato notevoli ritardi conseguenti al rinvenimento nel sottosuolo di reperti archeologici e per la mancanza nel progetto originale degli spazi destinati alla realizzazione di una cabina elettrica.
Tali ritardi hanno determinato un aggravio di spesa, tanto che l’impresa esecutrice dei lavori ha chiesto un rimborso maggiore degli oneri concordati. Il Comune ha dovuto, così, far fronte ad una spesa non prevista di 350 mila euro. Cifra che ha gravato sul bilancio comunale, nella sua qualità di Ente appaltante. Il cantiere è attualmente in stand-by da circa quattro anni.