Torre Annunziata, Rovigliano: la spiaggia dei rifiuti

Il viaggio verso la spiaggia di  Rovigliano, località di Torre Annunziata confinante con Castellammare di Stabia e Pompei, comincia con strade coperte da cumuli di immondizia e continua in uno spiazzo sterrato e desolato infestato da erbacce che accolgono l’incauto visitatore e lo spingono ad abbandonare l’impresa. Ma per i più intrepidi o ottimisti il degrado e la sorpresa non si arrestano sul ciglio della strada, debordano ed abbracciano l’intero arenile trasformato in una vera e propria discarica a cielo aperto. Rifiuti di ogni tipo lo invadono: lattine si mescolano a canne fluviali, bottiglie e sacchetti stracolmi si contendono un posto al sole. Eppure la sabbia è nera, di origine  vulcanica  e brilla di fronte all’isolotto di Rovigliano rendendo questo panorama unico nel golfo di Napoli, facendo quasi dimenticare che l’acqua ha un colore marrone e poco più in là c’è la foce del Sarno. Di fronte a un tale spreco di bellezza e di risorse ti viene  da chiedere: perché? In una terra malata di lavoro e rifiuti le parti più belle del nostro territorio sono  ridotte in condizioni di incuria, dove sporcizia e inciviltà abbondano e tutto è abbandonato a se  stesso, dove l’indifferenza regna sovrana. È  surreale vedere una piccola distesa di ombrelloni,  su un fazzoletto di terra “pulito”, mentre a fianco si trova la sporcizia più assoluta e  qualcuno azzarda persino a bagnarsi contro qualsiasi divieto. E io che devo fare? Si può obiettare ed effettivamente  lo scenario è sconfortante e sembra senza soluzione. Tuttavia poco più in là, sul litorale di Castellammare di Stabia, l’Associazione “Arenile Stabiese Pulito” ha restituito alla città la sua spiaggia e la spiaggia stessa, prima abbandonata, comincia a rivivere e popolarsi, segno che anche qui, in questo territorio senza speranza, è possibile migliorare e cambiare. Viste da qui la Marina di Stabia, Sorrento o Capri coi loro yachts e le loro spiagge splendenti  appaiono come mondi separati e distanti, il confronto mozza il fiato come il passaggio dal medioevo al moderno, dalle favelas al lusso. Eppure solo pochi chilometri separano questo tratto di costa maltrattato da quei luoghi esclusivi e curati, pochi chilometri che sono un salto  di anni e di qualità della vita, nell’attesa che anche Rovigliano sia restituito alla civiltà.

Claudia Malafronte

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