De Laurentiis: “Volevamo Juan, poi è nato il giusto feeling con Fideleff”

Aurelio De Laurentiis è intervenuto a Radio Marte nel corso di ‘Radio Marte Sport Live’. Ecco quanto evidenziato da Il GazzettinoVesuvianoAlle 3 ho firmato il contratto del nuovo acquisto, Inizialmente aveva puntato Juan, ma lui non mi ha trasmesso le giuste sensazione. Con Fideleff c’è stato subito feeling. Il rinnovo di Gargano? Non ne so niente. Forse glielo pagherà qualcun altro. Vorrà dire che nel nuovo contratto stabiliremo che i giocatori non possono avere un proprio sito ufficiale. Si tratta di essere rispettosi ognuno dei propri ruoli. Sono appena sceso da un aereo, non ho più sentito e visto i miei da un paio d’ore. Non so cosa sia succeso in queste ultime due ore. Il presidente Petrucci lo conosco da tantissimi anni, ogni volta abbiamo condiviso i pensieri che però difficilmente abbiamo potuto appliccare. Faccio dei ragionamenti da imprenditore dato che il calcio è un’impresa. Le mie sono logiche imprenditoriali che vorrebbero portare più entrate al tavolo per poter competere a livello internazionale. Mediaset e Sky sono fattori condizionanti che svalutano il ‘calcio’. Il calcio vale, o quantomeno deve valere, il giusto. Nel nostro paese prevalgono le raccomandazioni, non c’è meritocrazia: ecco perché questo paese è alla rovina. Lippi può vneire quando vuole a Napoli, ho grande stima di lui, mi è simpatico e per certi aspetti ci corrispondiamo. Lo aspetto a braccia aperte. Primavera? Ci saranno grosse novità strutturali. Vorrei far giocare un Napoli bis in serie cadetta, senza prestarli in altre squadre. Basta bloccare la promozione eventuale in serie A, come si fa in Spagna, ma Abete non mi vuole stare a sentire. Il campionato sarà avvincente, ancora più equilibrato dello scorso. Il calcio italiano ha cambiato regime, sta andando verso la direzione giusta e sta seminando quel che deve per riguadaganare le posizioni di vertice che gli competono in Europa. Il problema del contratto collettivo è una questione importante, ma non per la necessità di far partire il campionato. Perché il signor Abete non si chiede come mai i conti non tornano o come mai le società sono quasi tutte indebitate“.

Cosimo Silva

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