Un’inchiesta partita da Massa Carrara riaccende i riflettori sulla questione doping nello sport. «Commercio di sostanze ad azione dopante ed associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della professione medica, falsificazione di certificati medici sportivi e reati di natura fiscale»: queste le accuse che sono state ratificate nei giorni scorsi a quattro persone arrestate dai carabinieri della sezione Antidoping del Reparto Analisi che si sono avvalsi del supporto del gruppo Nas di Napoli. Il bilancio delle operazioni delle forze dell’ordine è di due persone finite in manette, un ciclista e un medico, ed altre due persone ai domiciliari. Il blitz è scattato a conclusione di un’articolata indagine coordinata dal sostituto procuratore Federico Manotti della Procura di Massa. In tutto sono dodici gli indagati nell’operazione che ha permesso di individuare due gruppi criminosi operanti nel mondo sportivo sia professionistico che amatoriale. Il primo gruppo era capeggiato da un ex ciclista professionista, Raffele Illiano, 34 anni di origine campana, che aveva costituito una rete illecita di approvvigionamento, distribuzione e somministrazione di sostanze dopanti ad atleti e sportivi. Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nel suo appartamento, Illiano ha tentato di distruggere, bruciandoli, alcuni medicinali. Il secondo gruppo invece, era una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla sistematica falsificazione di certificazioni mediche, in particolare per l’idoneità all’attività sportiva agonistica, nonché‚ all’esercizio abusivo della professione medica ed alla commissione di reati di natura fiscale. In particolare, il sodalizio era diretto da un medico appartenente alla Federazione Medici Sportivi. Si tratta di Costantino Auricchio, 33 anni, attualmente in carcere a Poggioreale. Ai domiciliari, invece, due collaboratori che esercitavano abusivamente la professione medica. L’organizzazione aveva base logistica in uno studio di Ottaviano, frequentato principalmente da ciclisti amatoriali e sportivi di varie discipline. I tre avevano creato una sorta di tipografia dove riproducevano certificazioni mediche per l’idoneità all’attività agonistica. Il medico dirigeva ed impartiva disposizioni ai suoi collaboratori, risultati privi di titoli medici e della necessaria specializzazione di medico sportivo, per la redazione ed il rilascio a sua firma di certificati per l’idoneità all’attività agonistica e lo svolgimento di visite, talvolta delegando l’impiego di dispositivi medici. Al termine dell’operazione le forze dell’ordine hanno eseguito il sequestro preventivo di uno studio medico e un centro ergonomico, incluse le attrezzature tecniche mediche destinate alla visita baropodometrica ed altri accertamenti clinici, per un valore complessivo superiore ai 250 mila euro.