“Il rinvio dell’apertura della caccia? E’colpa del disinteresse totale mostrato verso le nostre problematiche dalle nostre associazioni di categoria, abili a riscuotere le quote annuali ma inesistenti quando si devono far valere i nostri diritti”. Si leva alto il coro di protesta dei circoli di cacciatori dei Lattari, dopo lo stop al via del calendario venatorio dovuto all’assenza dei piani faunistici in Campania, così come in altre 14 regioni d’Italia. “Dall’anno prossimo – afferma Francesco Elefante, esponente di Federcaccia – ci svincoleremo dalle associazioni nazionali, perché non ci sentiamo più tutelati e garantiti. Ci hanno avvertito del rinvio soltanto il 31 agosto, ovvero un giorno prima del previsto inizio della stagione venatoria, slittato con ogni probabilità a fine settembre. Si tratta di una mancanza di rispetto nei nostri confronti, ma adesso (almeno sui Lattari) uniremo le forze per far sentire la nostra protesta”. Sulla stessa lunghezza d’onda è Francesco Fusco, esponente di Libera Caccia. “Non ce l’abbiamo con i Verdi e con le associazioni ambientaliste – afferma – che, giustamente, fanno il loro lavoro tirando l’acqua al proprio mulino. La verità è che i vertici delle nostre associazioni sono incapaci di garantire i nostri diritti. I cacciatori sono persone oneste e laboriose, è il bracconaggio a distruggere la natura e non di certo la nostra regolare attività. Abbiamo pagato alle associazioni la regolare retta per l’assicurazione che partiva dal 1 settembre. Non abbiamo usufruito del servizio e siamo stati per l’ennesima volta penalizzati”. I cacciatori dell’area dei Lattari (circa 1500 sparsi nei vari comuni dell’area) invitano altre persone ad unirsi a questa protesta. Per maggiori informazioni, si possono contattare i fautori della protesta inviando una mail a cacciatori lattari@libero.it.