Dopo settimane di disagi e annunci di tagli, il malessere degli utenti della Circumvesuviana, azienda pubblica di trasporti, sfocia in una manifestazione di protesta convocata dalla “Rete per il diritto al trasporto” per la mattinata di lunedì 5 settembre, a Napoli presso la stazione terminale in corso Garibaldi. La mobilitazione, nata grazie al gruppo facebook “Quelli che la circumvesuviana non si tocca”, ha avuto luogo in seguito all’esasperazione dei cittadini per i recenti disservizi causati dall’interruzione di ben tre linee ( Napoli-Sarno-Ottaviano, Napoli-San Giorgio via centro direzionale, Torre Annunziata-Poggio Marino). Secondo il comunicato della Rete, per mandare in tilt il trasporto ferroviario è stata sufficiente la rinuncia agli straordinari da parte dei dipendenti, a fronte dei pesanti ritardi nel pagamento degli stipendi, segno della progressiva dismissione dell’azienda che ha proceduto a sole trecento assunzioni a fronte di mille pensionamenti. Ma il peggio è ancora da venire: dal 12 settembre entrerà in vigore il nuovo orario, con treni a partire dalle cinque anziché dalle sei del mattino, mentre l’ultimo viaggio è previsto per le venti invece delle ventuno. Si determinerebbe, in tal modo, la cancellazione del 25% delle corse, 39.000 in meno in un anno, per un bacino di utenza pari a 50.000 persone al giorno. Il tutto a danno di pendolari, studenti e lavoratori, che al rientro dalle ferie troveranno treni meno frequenti e più affollati mentre le corse serali penalizzano fortemente gli abitanti delle periferie che rischiano di trasformarsi in zone dormitorio. Tuttavia anche il turismo potrebbe risentire dei tagli, se si pensa che città come Pompei o Sorrento sono servite dalle linee della Circumvesuviana e lo stesso ambiente potrebbe essere compromesso da un aumento del trasporto su gomma al crescere dell’ inefficienza dei collegamenti pubblici. Infatti slogan come “ridateci i treni” o “a voi in auto blu e noi a piedi?”, scaditi durante la manifestazione, sintetizzano il malcontento di chi è costretto a pagare uno dei biglietti per area metropolitana tra i più alti d’Europa, con la minaccia di nuovi aumenti, a fronte di un ulteriore abbassamento del livello del servizio reso. I cittadini della “Rete”, pertanto, non intendono subire le conseguenze negative di quella che ritengono una cattiva gestione dell’azienda che ha messo in ginocchio il trasporto pubblico mentre sarebbe in preparazione una vera e propria class action per i disservizi creati. L’odissea della Circumvesuviana, quindi, non è ancora finita con le delegazioni sindacali che in mattinata hanno incontrato i vertici aziendali per trovare una soluzione concordata alle problematiche dell’impresa. Quello che è certo è che non si prospetta un futuro felice per il trasporto pubblico in Campania e anche per questo la “Rete” continuerà la sua battaglia perché quello al trasporto sia, davvero, un diritto garantito a tutti.
Claudia Malafronte