Niente condono, niente blocca ruspe. E’ arrivata ieri sera la bocciatura definitiva per l’emendamento Coronella, che chiedeva al governo il varo di un decreto per fermare gli abbattimenti in Campania e un condono per gli abusi commessi fino al 31 marzo 2003. Il governo ha posto infatti la fiducia alla finanziaria che approderà in parlamento stamane, blindando il testo e facendo decadere gli emendamenti. Si rimettono dunque in moto le ruspe nei comuni del Napoletano e l’aria di insoddisfazione si è subito respirata tra i comitati. Dopo il sit – in cominciato ieri mattina a Roma infatti, i manifestanti sono tornati in Campania. “Siamo delusi e amareggiati dal comportamento dei politici – affermano in una nota i vertici delle associazioni -, ancora una volta nel centrodestra sono prevalse le logiche di alleanza a danno delle reali esigenze dei cittadini. Chiediamo pertanto al governatore Stefano Caldoro e al presidente della Provincia Luigi Cesaro un sussulto d’orgoglio, allo scopo di far valere la dignità dei campani che, a differenza dei cittadini delle altre regioni d’Italia, non hanno beneficiato del condono a causa di un pastrocchio burocratico”. La giornata romana era cominciata con un incontro tra l’onorevole Domenico Scilipoti e una delegazione dei comitati. Lo stesso rappresentante dei Responsabili aveva inviato una lettera aperta al premier Berlusconi e al ministro Tremonti, con la richiesta di inserire il condono edilizio nella finanziaria. La bocciatura del provvedimento è stata accolta con delusione anche dai sindaci del Napoletano. “L’approvazione del condono – afferma Vincenzo Cuomo, primo cittadino di Portici e presidente campano dell’Anci – avrebbe garantito ai cittadini campani, così come accade in tutto il resto del territorio italiano, il diritto di presentare istanza di condono per gli abusi precedenti al 2003”. Una posizione condivisa anche da Luigi Bobbio e Annarita Patriarca, sindaci di Castellammare e Gragnano, che in un comunicato congiunto chiedono al governo di “porre rimedio a questa situazione per una ragione di equità sociale, indipendentemente dagli schieramenti politici. Ribadiamo quindi – continuano – l’assoluta moralità e necessità di tale iniziativa, chiaramente limitata agli abusi commessi entro il 31 marzo 2003”.
Francesco Fusco