Scavi di Pompei: è ancora scontro tra sindacati e Soprintendenza

E’ ancora scontro tra sindacati e Soprintendenza e ad andarci di mezzo sono come spesso accade gli incolpevoli visitatori degli scavi di Pompei che troveranno disagi e cancelli chiusi domani, 8 settembre, dalle 8.30 alle 11.30 per permettere lo svolgimento dell’assemblea dei lavoratori convocata da Cisl, Uil e Unsa. Diversi sono i punti all’ordine del giorno dell’assemblea di domani. Innanzitutto le organizzazioni dei lavoratori daranno conto dell’incontro informale avuto con la soprintendente Cinquantaquattro lo scorso 31 agosto, circa la revisione dell’organizzazione del lavoro tra tutti i siti, museali ed archeologici, della gigantesca Soprintendenza di Napoli e Pompei. “Un incontro inutile” lo ha però definito Antonio Pepe, segretario della Cisl Beni culturali perché “mentre i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cisl, Uil e Unsa continuano ad esprimere preoccupazione rispetto alle capacità organizzative e funzionali della Soprintendenza, la soprintendente Cinquantaquattro spera nelle prossime assunzioni di settembre per risolvere il problema della carenza di personale a Pompei: in alternativa prospetta la chiusura di qualche zona dell’area archeologica. Noi le abbiamo detto chiaramente che le uniche assunzioni previste riguardano 25 funzionari. Incerte e non chiare, invece, sono  le assunzioni di personale che dovrà fare l’Ales (società del Mibac), per le quali non si conosce ancora la procedura per il reclutamento, né il numero, né tantomeno si conosce se si tratta di operai da adibire alle maestranze del restauro e/o al servizio di custodia. Di conseguenza abbiamo ribadito la necessità di ripartire il personale in organico alla Soprintendenza in modo oggettivo e funzionale, in rapporto all’estensione dei siti archeologici, alla quantità di edifici da vigilare in ogni sito, associati al numero di turisti che visitano i siti”. Secondo i numeri prodotti dai rappresentanti dei lavoratori, infatti, vi sarebbero differenti carichi di lavoro tra gli addetti alla vigilanza dei siti napoletani e quelli vesuviani. “Agli Scavi di Pompei – dice ancora Pepe – quotidianamente a molti custodi vengono assegnate fino a tre zone di guardia, equivalenti ad un’area di circa 35mila mq., pari a 31,2 volte l’impegno di lavoro del personale in servizio in altri siti e di 50 volte superiori ai parametri ordinari”. A questa considerazione è dunque legata la richiesta di un compenso per il maggior carico di lavoro a tutto il personale in servizio, perché “a causa della carenza di organico, quasi in tutti i siti, vengono affidati incarichi di gran lunga superiori ai parametri ordinari”. Altro punto rivendicato dai sindacati è quello relativo ai maggiori introiti derivanti alla Soprintendenza di Pompei dalla mancata chiusura del lunedì (comune invece a tutti gli altri siti e musei nazionali), stimati in 2 milioni 680mila euro solo nell’ultimo anno. “Ai lavoratori – è la conclusione della Cisl – va dato un incentivo per gli incassi dei biglietti d’ingresso conseguiti per la mancata chiusura settimanale”.

Marco Pirollo

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