Caccia, stop alla preapertura in Campania: le ragioni del Wwf

Continua la disputa sulla mancata apertura anticipata della stagione venatoria 2011/2012. Come i lettori del Gazzettino Vesuviano ben sanno, lo scorso 31 agosto la Regione Campania, in seguito alla sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) che accoglieva il ricorso presentato dal Wwf, sospese il calendario venatorio nella parte relativa alla preapertura dell’esercizio venatorio, prevista nei giorni nei giorni 1, 4, 8, 11 e 15 settembre 2011 consentendo ai cacciatori di poter sparare solo alle tortore (Streptopelia turtur) e nei giorni 11 e 15 anche alle quaglie (Coturnix coturnix). Riportiamo di seguito alcune dichiarazioni del Wwf Italia che spiega come il ricorso presentato al Tar Campania sia stato motivato dall’assenza del piano faunistico regionale, che dovrebbe regolamentare sulla base di censimenti  e studi scientifici,  i tempi, i modi e le specie oggetto di caccia.

“L’assenza del Piano faunistico, ossia di un quadro di riferimento certo, scientificamente attendibile ha posto in evidenza l’illegittimità di una prassi come la preapertura: nonostante che la caccia ai primi di settembre sia dannosissima e per questo non conforme ai dettami scientifici e normativi dell’Unione Europea, ogni anno molte Regioni la ripropongono per soddisfare le richieste del mondo venatorio, tuttavia consapevoli di approvare atti discutibili e quindi passibili di annullamento dal giudice amministrativo, come è avvenuto per la Campania.

La caccia ai primi di settembre è di gravissimo impatto per molti motivi: si uccidono animali selvatici che si trovano in un momento particolarmente delicato nel ciclo biologico per molte specie e quando molti giovani dell’anno non sono ancora maturi, si comincia a sparare quando sul nostro territorio sono presenti ancora molte specie migratrici protette, che possono così essere oggetto di sicuro disturbo e di possibile danno diretto.

Particolarmente grave la situazione per gli anatidi, perché non sono ancora giunti i contingenti migratori dal nord e quindi il “prelievo” si concentra sulle poche coppie nidificanti sul nostro territorio. Inoltre le femmine in buona parte non hanno ancora completato la muta delle penne e hanno difficoltà di volo.

A questo si aggiungano il fine agosto particolarmente torrido ed i numerosi e gravi incendi che hanno colpito il sud Italia e la Campania in particolare: eventi che hanno stremato la fauna.

Ricordiamo a tutti i cacciatori campani – concludono gli ambientalisti – che, se andranno a caccia dal primo al 15 settembre, il periodo che il Tar Campania ha ritenuto non legale, saranno ritenuti bracconieri a tutti gli effetti.”

Ferdinando Fontanella

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedenteCircum, 150 corse in meno al giorno
SuccessivoMusica, canzoni e parole: Napoli e Milano mai così vicine
Naturalista e giornalista pubblicista, è laureato in Scienze della Natura, con specializzazione in Divulgazione naturalistica e Museologia scientifica, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Particolarmente interessato e attento alle complesse relazioni del sistema natura dedica gran parte del suo tempo alle ricerche di campo, la preziosa esperienza così accumulata gli serve per raccontare le piccole e grandi meraviglie del paesaggio che ci circonda e che tutti possiamo apprezzare nel quotidiano. E-mail: ferdinando.fontanella@ilgazzettinovesuviano.com