Condono edilizio, Bobbio: assurda proposta Scilipoti, serve sanatoria fino al 2003

“Non ho avuto modo di leggere il testo dell’ordine del giorno dell’on. Domenico Scilipoti in tema di condono edilizio ma, se sono esatte le notizie riportate dalla stampa che parla di una ipotesi di condono edilizio dallo stesso formulata per gli abusi realizzati fino al 31 dicembre 2010, allora l’unica preghiera che posso rivolgere allo zelante parlamentare è quella di smettere subito di tentare di aiutare i campani e noi amministratori locali”.

Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio.

“Una sua immediata desistenza da un’iniziativa del genere sarebbe, infatti, il modo migliore per darci una mano. Simili proposte, tese a cercare di recuperare alla legalità gli abusi edilizi perpetrati dopo il condono 2003, non solo legittimano le reazioni del peloso moralismo del centrosinistra (in Campania pressoché unico responsabile dello scempio edilizio per omesso controllo del territorio e per gestione clientelare del consenso) ma rischiano seriamente di danneggiare iniziative ed istanze che, al contrario di quella di Scilipoti, tendono a obiettivi virtuosi al fine di ristabilire principi costituzionali che sono stati offesi da improvvidi provvedimenti legislativi in sede regionale, adottati, in particolare, dall’ex presidente Bassolino e dal quel centrosinistra campano cui oggi l’on. Scilipoti consente di rialzare la testa. Il mio appello di qualche giorno fa, sostenuto da molti sindaci del territorio, secondo il quale chiedevo che il testo della manovra economica fosse emendato al fine precipuo di consentire ai Comuni campani di riequilibrare i tagli delle rimesse governative con i proventi delle istanze accoglibili di condono edilizio, puntava alla pura e semplice riapertura dei termini per la presentazione delle domande di condono edilizio di cui alla legge del 2003, riguardanti i soli abusi commessi non oltre la data del 31 marzo di quello stesso anno. Incidentalmente, una tale iniziativa, che continuo a sostenere, chiedendo, approvata ormai la manovra, una legge ad hoc, consentirebbe anche, con questo specifico limite temporale, di approcciare in modo virtuoso e legittimo il duro problema sociale che la questione dell’abusivismo edilizio pone nella regione Campania. Si tratta di ristabilire la tutela di diritti costituzionalmente protetti dall’articolo 3 della Carta Fondamentale che parla di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge: i Comuni campani e i cittadini campani, a causa della legge regionale voluta da Bassolino, sono stati considerati meno eguali degli altri italiani, essendo stata negata ai primi la possibilità di beneficiare delle somme derivanti dalla presentazione delle domande di condono e ai secondi di godere della possibilità di presentare le istanze di condono edilizio che poi, ogni Comune, avrebbe dovuto valutare singolarmente per verificarne l’accoglibilità, peraltro non automatica”, ha aggiunto Bobbio.

“Una norma che riaprisse i termini della presentazione del condono edilizio 2003 in Campania sarebbe soltanto semplicemente di piena attuazione di ben due sentenze della Corte Costituzionale che distrussero la legge bassoliniana e servirebbe, inoltre, a riportare il territorio nella legalità, condizione che, come soltanto i faziosi e gli ignoranti non sanno, dipende solo dal fatto che una determinata materia sia regolata o meno da una legge dello Stato: sono le leggi concrete che fanno la legalità, anche a posteriori o in sanatoria, e non può essere certo un inesistente concetto di legalità teorica a condizionare o impedire l’adozione di una legge. Ma ecco che l’on. Scilipoti irrompe come un elefante in una cristalleria e rischia di sporcare una sacrosanta rivendicazione di amministratori locali e cittadini che chiedono solo di poter essere uguali a tutti gli altri, consentendo ai soliti detrattori e ai falsi moralisti della sinistra di farci apparire quello che invece proprio loro sono stati: ossia i fautori del sacco edilizio del territorio. Per me e per tanti altri sindaci campani, tutto ciò che è abusivo va abbattuto senza se e senza ma, e le sentenze definitive vanno messe in esecuzione a meno che la legge (e solo la legge) consenta di non farlo. Per me e per tanti altri sindaci campani, il tempo massimo di un condono edilizio (ed esclusivamente per ragioni legate al principio costituzionale di eguaglianza) deve essere quindi fissato agli abusi commessi al 31 marzo 2003. Non mi interessano, perché illegali e fuori del principio di eguaglianza più volte richiamato, gli abusi edilizi commessi dopo quella data, perché sono fuori del tempo massimo fissato dalla mia legge del mio Stato, e sono certamente riferibili ai numerosissimi figli della madre degli abusivisti che, come quella degli idioti, è sempre incinta”, ha concluso Bobbio.

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