Inchiesta Tarantini, la Procura di Napoli confida ancora di ascoltare Berlusconi

La procura di Napoli confida ancora di ascoltare Berlusconi come teste nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta estorsione subita da parte di Gianpaolo Tarantini, la moglie di quest’ultimo Angela Devenuto e il faccendiere Valter Lavitola. Non ci sarà però nessun accompagnamento coatto, come da più parti si era vociferato, assicura il procuratore capo Giovandomenico Lepore. È necessario infatti che si definisca la questione della competenza territoriale prima di prendere un’iniziativa del genere. Lepore puntualizza che non si può parlare di «ultimatum». La richiesta alla Camera per l’accompagnamento coatto costituirebbe – ha detto il procuratore – soltanto una «extrema ratio». Il periodo di 4 giorni chela Procuradi Napoli aveva offerto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per scegliere la data per l’audizione con i pm partenopei è scaduto domenica. Berlusconi ha rifiutato di presentarsi. E ha detto no anche alla possibilità, concessa dalla Procura, della testimonianza assistita. Quest’ultima soluzione avrebbe consentito al premier di andare dai pm sempre in qualità di testimone ma accompagnato da un suo avvocato. A questo punto, lo scenario più probabile è chela Procuranon chiederà al Parlamento di autorizzare l’accompagnamento coattivo di Berlusconi all’interrogatorio almeno fino a mercoledì. In quest’ultima data, infatti, si aprirà l’udienza davanti al Tribunale del Riesame a cui sono ricorsi Tarantini e Lavitola, in cui si dovrà decidere anche sulla competenza territoriale. Fino al pronunciamento dei giudici la posizione del presidente del Consiglio resta incerta.

Antonio Averaimo

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