Di padre in figlio

Da un poco d’anni la scia di Umberto Bossi viene seguita da quella del figlio,onnipresente ad ogni tipo di raduno è stato designato dal ben più noto congiunto come suo successore. Siamo abituati in certo qual modo al fenomeno del nepotismo che è vecchio come il mondo e tollerato fino all’altro ieri. In effetti oggi la cosa sta cambiando perché si protesta e ci si incazza ogni qualvolta si ha sentore o puzza di nepotismo. È accaduto con Sarkozy,è accaduto giorni fa col nostro Di Pietro forse ingiustamente. In passato è accaduto,nel nostro territorio, con i Gava e i De Martino. Oggi con i Caldoro si rinnova la missione ancora possibile di perpetrare la memoria del potere dell’antico lignaggio: pagine di storia s’intersecano con i virtuosi del nepotismo che da grandi solisti danno il meglio di sé in quest’arte.

Si potrebbe democratizzare la cosa, renderla alla portata di tutti. Il padre bidello cede il posto al figlio che diverrà bidello. Il ferroviere cederà il posto al figlio e così il portalettere o il bancario.

Così impostata la società non vivrebbe né momenti di tensione né tantomeno di difficoltà. E poi vuoi mettere i milioni di euro che si risparmierebbero non indicendo corsi o concorsi? Tutto in famiglia,la piccola famigliola che si configura con quella più estesa tricolore o addirittura UE.

 Giuseppe D’Apolito

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