Massa di Somma: la Castelluccia tra degrado e rischio idrogeologico

Cassonetti ribaltati, mobili divelti, materassi lasciati lungo il margine della strada, carcasse di frigoriferi vecchi, copertoni di ruote bucate, cumuli di immondizia riversati su gran parte della carreggiata. Così si presenta contrada Castelluccia a Massa di Somma, tratto stradale che funge da collegamento tra il cosiddetto Sentiero n°3 (Il Monte Somma) del Parco Nazionale del Vesuvio e il territorio del comune di Massa di Somma, attraversando i crinali del Vallone Molaro e del Lagno di Pollena. Un vero e proprio regno del degrado e dell’abbandono che comincia a scorgersi all’imbocco di via Veseri, di fronte allo svincolo della statale 268.  Si prosegue, dopo due tornanti, immettendosi nel tratto iniziale del lagno che conduce al Vallone Molaro. L’inizio del percorso è segnato da una sbarra, che impedisce l’accesso agli autoveicoli. Oltre quella sbarra, si assiste ad uno spettacolo “gratuito” ma al quanto indecoroso, non degno di un paese civile. Una discarica a cielo aperto, dove la monnezza la fa da padrone. Materiali di ogni tipo vengono sversati probabilmente da automezzi in sosta. Nessun controllo, nessuna contravvenzione per sversamento illegale e “selvaggio” di rifiuti, qui i colpevoli continuano a rimanere impuniti. Intanto insorgono i residenti che, dopo i disagi accumulatisi giorno dopo giorno, lanciano l’allarme con l’intenzione di inviare anche una lettera-appello agli uffici tecnici del Comune per segnalare la gravità del problema. Cattivi odori e miasmi rendono l’aria irrespirabile. La situazione è allo spasimo, la sopportabilità delle persone è invece al limite. I residenti della zona sono esasperati, come Salvatore Canna che accusando le istituzioni comunali per l’inspiegabile immobilismo dice:”Siamo stufi di una situazione che si protrae da troppo tempo e che ha ormai raggiunto il limite della sopportazione. E’ un quadro indecente quello che ogni mattina mi trovo dinanzi agli occhi quando scendo per andare a lavoro. Credo che neanche in posti del terzo mondo la gente sia lasciata così sola dalle istituzioni” , conclude il cittadino con amarezza e rammarico.  A questo quadro già desolante si aggiunga la preoccupazione per sempre possibili frane della montagna sovrastante o smottamenti, derivanti da un’eccessiva friabilità del terreno, paventando un serio rischio di instabilità idrogeologica. Agli inizi di settembre questa zona andò completamente in fiamme a causa degli estesi roghi che distrussero buona parte del versante del Monte Somma ed ettari di bosco vennero ridotti ad un ammasso di ceneri. La situazione è davvero preoccupante in via Castelluccia, area sempre più abbandonata e lasciata marcire nella totale indifferenza sia dell’amministrazione comunale che dell’Ente Nazionale Parco del Vesuvio.

Claudio Di Paola

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