Sono in sedici, senza lavoro e reddito, alcuni con famiglia a carico, altri con in tasca il sogno delle nozze ma che vista la situazione di estrema indigenza sono costretti a rinviarlo, altri ancora “si arrangiano” con lavori occasionali e spesso malpagati; oltreché, chiaramente, in nero a solo vantaggio dei datori di lavoro. Tutti accomunati dalla mancanza di prospettive future, soprattutto sul versante professionale. E’ per questa ragione che hanno voluto costituirsi come “Movimento Disoccupati Organizzati”, espressione del disagio sociale diffuso esistente sul territorio. E’ da circa un mese che i disoccupati sono in presidio permanente davanti al Palazzo comunale, in attesa di qualcuno che possa ascoltare le loro esigenze che si convogliano tutte in un’unica richiesta: quella di vedersi garantito un diritto sacrosanto, quello al lavoro e di non vedersi precludere un’opportunità a loro sinora negata. Tutto nasce a seguito della vicenda delle assunzioni nella nuova società di raccolta rifiuti, la Ge.ma, di Pagani. Il consorzio, stando ad insistenti voci di corridoio, dovrebbe riassumere le stesse unità che prestavano servizio presso l’ex società Falzarano di Airola (Bn), ma sulle modalità di assunzione i sedici disoccupati sono insorti e per questo chiedono che vengano esclusi sistemi di “segnalazioni”, legate a clientelismi da parte di amministratori locali. In sostanza, il rischio è che le assunzioni dei dipendenti nella Ge.ma possano essere a chiamata diretta, su segnalazione personale. L’obiettivo del presidio di Piazza Municipio è proprio questo: denunciare le politiche clientelari che stabiliscono la spartizione del lavoro. I metodi di selezione del personale, a detta del MDO, non possono essere sempre gli stessi e «l’amministrazione comunale non può nascondersi dietro la trincea dell’iniziativa privata e della libertà di »scelta da parte di essa quando, guarda caso, la scelta ricade sempre sugli stessi nomi riconducibili ai soliti noti», come si legge in un loro comunicato. «Noi non vogliamo niente di più di ciò che rientra tra i nostri diritti tutelati dalla Costituzione – dice Lucio Scauta, 35 anni e con oltre 150 mesi di disoccupazione alle spalle come certifica un documento del centro per l’impiego di Portici – vogliamo solo lavorare degnamente per portare a casa quel poco di sussistenza di cui necessitano le nostre mogli e i nostri figli. Il comune è capace solo di riscuotere le tasse e chiedere consensi in periodo elettorale. Inoltre, non è giusto che persone che non risiedono a San Giorgio vengano qui a lavorare solo perché raccomandati da qualcuno non dando priorità invece ai disoccupati locali». Il riferimento correrebbe alla probabile assunzione, da parte della Ge.ma, di personale proveniente da altri comuni limitrofi. Una decina di giorni fa vi è stato un primo incontro tra i rappresentanti del MDO e il sindaco Domenico Giorgiano ma in quell’occasione non è emerso nulla di significativo. Un altro incontro dovrebbe tenersi tra pochi giorni. A sposare le ragioni dei disoccupati, oltre ai partiti di Federazione della Sinistra e Sinistra Ecologia e Libertà di San Giorgio a Cremano e la Federconsumatori locale, è stato il neo consigliere provinciale Giorgio Carcatella che cita l’articolo 16 della legge 56 ricordando che le pubbliche amministrazioni si devono attenere «all’assunzione attraverso il centro per l’impiego (ex collocamento) indicando alcuni requisiti standard che sono: l’indigenza, l’iscrizione in quanto disoccupati e in qualche occasione anche la residenza, se concordata con l’Amministrazione Comunale». La proposta dei senza lavoro è chiara: reclutare operai, spazzini e autisti dal Centro per l’impiego per i residenti, partendo da coloro che hanno maggiori problemi socio economici. “In caso contrario – annunciano i rappresentanti dei Disoccupati Organizzati – daremo battaglia”.Carcatella precisa: «La battaglia che si sta facendo è di civiltà e di trasparenza per arginare il solito sistema delle cosiddette “segnalazioni”. Noi chiediamo che per tutte le occasioni che si dovessero registrare sul territorio, si faccia la scelta dell’albo pubblico in modo da tutelare tutti. Forse il sindaco dimentica che in città vi sono anche molti poveri che attendono di essere tutelati dalla politica locale – continua il consigliere – auspichiamo che il sindaco assuma una posizione responsabile evitando di fare il Ponzio Pilato e dimostrando di volere sul serio rappresentare la democrazia e la trasparenza in città. L’amministrazione deve puntare a favorire in città una politica limpida e chiederemo al sindaco un incontro ad hoc per comprendere la reale volontà sulla vicenda». «La situazione socio-economica sul territorio è molto pesante – ammette l’assessore al Lavoro Luciana Cautela – su una popolazione di quasi 50.000 abitanti, abbiamo circa 4.000 poveri. La mappa del bisogno è particolarmente estesa e non interessa solo gruppi specifici, nella fattispecie quello degli appartenenti al MDO, la cui situazione mi è nota e l’amministrazione farà tutto quanto in suo potere per dare risposte concrete a cittadini in difficoltà, come del resto fa quotidianamente al fine di garantire i principali strumenti di sussistenza a favore delle famiglie indigenti. La consegna dei pacchi alimentari ne è la prova. Per questa situazione specifica – continua la Cautela – premetto che a fronte di scarse risorse disponibili all’interno delle casse comunali, stiamo lavorando per istituire forme di volontariato, anche sotto forma di prestazione occasionale e/o temporanea, per dare respiro ai disoccupati della nostra città». Intanto il presidio dei disoccupati continuerà ad oltranza.
Claudio Di Paola