Castellammare: clan riciclava con scommesse clandestine, otto fermati

Scommesse clandestine per riciclare i proventi del clan. Proseguendo un’indagine che nel 2010 ha portato all’arresto di 25 persone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata (Napoli) hanno eseguito un decreto di fermo della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli a carico di 8 presunti affiliati o prestanome del clan camorristico dei D’Alessandro-Di Martino, ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata all’elusione di misure di prevenzione patrimoniale, esercizio di scommesse clandestine e riciclaggio di denaro. Sono state inoltre sottoposte a sequestro preventivo 2 agenzie di scommesse a Pimonte (Napoli) e Gragnano (Napoli) gestite da prestanome per conto del clan per riciclare denaro di illecita provenienza ed eludere le misure di prevenzione patrimoniali ed e’ emerso un tentativo di espansione in Emilia Romagna tramite la gestione occulta di agenzie di scommesse (una e’ stata localizzata a Rimini). Tra i fermati, a quanto riferiscono i Carabinieri, anche Maurizio Lopez, il dirigente nazionale dell’Ufficio Quote e Rischi della Intralot Spa.

La Procura di Napoli indaga su 150 partite dei diversi campionati di calcio. Seria A e B comprese. Lo ha detto il Procuratore Aggiunto di Napoli Rosario Cantelmo nella conferenza stampa per illustrare l’operazione condotta all’alba di oggi che ha portato al fermo di otto persone. Tra queste anche Maurizio Lopez, dirigente nazionale dell’Ufficio quote e rischi della Intralot spa. Le accuse sono a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata all’elusione di misure di prevenzione patrimoniale e esercizio di scommesse clandestine e riciclaggio di denaro. Indaga la Dda in relazione al coinvolgimento di affiliati o prestanomi del clan D’Alessandro attivo a Castellammare di Stabia e in zone limitrofe. L’inchiesta ha portato a conoscere i piani di espansione dell’organizzazione anche in Emilia Romagna attraverso la gestione di agenzie di scommesse.

Maurizio Lopez, ex insegnante di educazione fisica poi divenuto esperto di scommesse telematiche, perno dell’inchiesta che ha portato oggi al fermo di otto persone, e’ ritenuto, assieme al boss Vincenzo D’Alessandro, gia’ detenuto, il principale elemento della banda. Tra il dirigente di Intralot e il capoclan i rapporti erano strettissimi e Lopez, come emerge dalle intercettazioni, era perfettamente consapevole dello spessore criminale delle persone che frequentava. In una conversazione captata nella sua auto, per esempio, l’uomo dice: ”Cioe’, che quelli a Castellammare, la gente con cui sto io, la gente con cui sono io implicato, mannaggia la marina, hanno trenta omicidi per uno! trenta! ”. Parlando a telefono con D’Alessandro, invece, in una circostanza Lopez esordisce cosi’: ”Amore mio, come stai?”. Il boss di li’ a poco gli dice: ”Io a te non ti dico mai di no. A te proprio non ti dico mai di no. Tu lo sai, sei la vita mia”. E ancora: ”Grazie, fratello”. In un sms, Lopez scrive al capoclan: ”Ti voglio tanto tanto tanto bene che matto che sei fratello mio. Mi butterei nel fuoco per te, te lo giuro sui miei figli”. D’Alessandro replica: ”Idem”. In un’altra telefonata, infine, uno degli indagati manifesta a Lopez il suo entusiasmo per l’efficienza del sistema truffaldino messo in piedi e per gli enormi guadagni: ”Oggi abbiamo dimostrato che in due possiamo fare numeri eccezionali, perche’ si riescono a sfruttare tutte le possibilita’ per far denari e soprattutto di far risultare normali tutti gli strani movimenti che facciamo! Come hai detto tu, e’ un pozzo senza fondo finche’ dura”. Lopez risponde rassicurandolo: ”Durera’, stai tranquillo, finche’ sappiamo lavorare”.

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