Sant’Antonio Abate: alla ricerca della vittoria

È un nefasto sortilegio che non ha fine, un’incomprensibile punizione che non smette di tormentare il Sant’Antonio Abate di mister Cimmino. Qualcuno lo definisce solo lo strano meccanismo del gioco del calcio, ma no: nel calcio c’è chi perde e chi vince, non chi perde e basta.

Un solo punto in quattro partite sembrerebbe solo un dato negativo dovuto alla squadra o a chi ci lavora attorno, ma è analizzando quelle quattro partite che si ci comincia a capacitare che non è solo il gioco del calcio. Prima giornata: Sant’Antonio Abate – Valle Grecania 0-1.  Gli ospiti passano subito in vantaggio con una fortunata punizione di Niscemi; i giallorossi attaccheranno per il resto dei settantanove minuti, ma senza esito. Seconda giornata: Adrano – Sant’Antonio Abate 1-1. La compagine di mister Cimmino subisce un goal in netto fuorigioco, non segnalato dalla terna arbitrale, ma aggancia i siciliani a sette minuti dal termine, con un uomo in meno, sfiorando perfino l’impresa della rimonta. Terza giornata:  Sant’Antonio Abate – Nuvla San Felice 1-2. I nolani segnano due goal in rimonta grazie agli unici errori difensivi abatesi; il Sant’Antonio, tuttavia, è il primo a passare in vantaggio, e sfiora la rete del raddoppio più volte, colpendo anche una clamorosa traversa a porta vuota. Quarta giornata: Cittanova – Sant’Antonio Abate 2-1. Sul neutro di Siderno, il Cittanova sfrutta le uniche due vere occasioni della partita; i giallorossi, come colpiti da una maledizione, non centrano la porta, ma solo una lunga serie di pali e traverse, rimediando anche l’infortunio di Sifonetti sul finire.

È questa l’amara sintesi di un campionato che rischia di compromettersi già dalle prime battute. Quando arrivano le vittorie, si sa, sale anche il morale. Morale che si è risollevato qualche volta solo grazie ai trionfi in Coppa Italia, che permetteranno al Sant’Antonio Abate di affrontare i sedicesimi di finale contro il Pomigliano, il 13 ottobre. Se in Coppa i giallorossi riescono ad imporre il proprio gioco e a portare a casa importanti vittorie, in Campionato, però, qualcosa non funziona. E allora chiamatela ‘maledizione Sant’Antonio’ o ‘iettatura estrema’, ma sta di fatto che il Sant’Antonio attualmente è immeritatamente ad un solo punto in classifica, tra le ultime tre del girone. Non è bastata la benedizione di don Ciro, parroco del Buonconsiglio, alla presentazione della squadra, e non sono bastati nemmeno tutti gli scongiuri che i tifosi ‘veri’ hanno fatto contro i tirapiedi. Il nefasto sortilegio che incombe sopra le teste dei giocatori giallorossi sembra essere più forte di ogni rito magico e/o religioso. Solo una vittoria, forse, potrà spezzarlo. E allora, con la carica di chi non ci sta più a perdere, sotto con l’Acri, definita una ‘ammazza grandi’ per le due batoste inflitte al Messina e al Cosenza. Ma il Sant’Antonio Abate non è squadra di così alto prestigio, e, chissà che una volta tanto essere ‘piccoli’ non sia un punto a favore.

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