Sant’Antonio Abate: Uno sciopero della fame contro gli abbattimenti

E’ la singolare iniziativa di protesta di un gruppo di cittadini che, a breve, si vedranno la loro casa demolita in quanto abusiva. La protesta è cominciata nei giorni scursi quando è stato montato un gazebo in piazza della Libertà. Il motivo? Protestare contro la ripresa degli abbattimenti che, salvo novità, toccheranno anche la città dei Lattari nei prossimi giorni. “Vogliamo una risposta da parte del governo – afferma Gabriele Cesarano, leader del comitato “Casa dolce casa” e promotore dello sciopero -. I politici devono sapere che gli abbattimenti in Campania rischiano di dar vita a un vero e proprio dramma sociale. Chiediamo pertanto la sospensione delle demolizioni, anche in attesa della rivisitazione dei vincoli ambientali e paesaggistici a cura della Regione, in quanto vi è la ragionevole certezza che gran parte degli abusi potrebbero risultare sanabili”. Il gazebo ha destato tanta curiosità tra i cittadini e tra gli amministratori. In molti si sono avvicinati per dare solidarietà a queste persone che rischiano di perdere la loro casa. Il gazebo è stato visitato anche da Giuseppe Comentale e Michelangelo Scannapieco, altri rappresentanti del popolo antiruspe, che dopo la tappa abatese hanno raggiunto Telese Terme (nel Sannio) per incontrare il segretario regionale del Pd Enzo Amendola, a conclusione della festa regionale del partito. “Dopo la presenza alla festa  del Pdl tenutasi a Scafati – affermano Comentale e Scannapieco -, abbiamo ritenuto opportuno far sentire la nostra voce anche ai vertici del maggiore partito di opposizione. Il tutto per manifestare il disagio e lo sconforto di centinaia di famiglie, che da mesi stanno vivendo il dramma dell’abbattimento incombente della propria unica casa”. La posizione del Partito Democratico è stata spiegata dal segretario Amendola. Il responsabile campano del partito ha espresso contrarietà ad ogni forma di condono edilizio, ma disponibilità a concertare con il Prefetto (al quale è stata già consegnata una bozza nei primi di agosto) una sorta di protocollo del tipo “Siracusa”, che stabilisca una gradualità delle demolizioni secondo canoni di ragionevolezza e buon andamento, da effettuare dando la precedenza ai manufatti che non risultano abitati.

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