Di nuovo libere di nuotare nella Baia di Ieranto, dirette al largo verso i faraglioni di Capri. Quattro tartarughe, ferite e recuperate nei mesi scorsi dal centro di primo soccorso dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, hanno ripreso stamattina il loro affascinante viaggio attraverso il mediterraneo. I quattro esemplari, della specie Caretta caretta, erano stati soccorsi e recuperati perché feriti o in grandi difficoltà. Assistite e curate presso la stazione zoologica A.Dhorn di Napoli ora sono in perfetta salute e hanno ripreso il largo senza alcuna difficoltà. Ami e reti da pesca, urti con grosse imbarcazioni, plastica ingerita. Sono i nemici più pericolosi per questa straordinaria specie di rettile marino. Nemici che spesso possono rivelarsi mortali. Non per queste quattro Caretta caretta che, grazie alla sensibilità di pescatori e cittadini e al pronto intervento del centro di recupero del Parco marino di Punta Campanella, da oggi possono continuare a nuotare nel loro ambiente naturale. Ad accoglierle un habitat davvero ricco di fauna, grazie al fermo di pesca- da giugno a settembre- previsto dal regolamento dell’area protetta a Ieranto. All’inizio del loro nuovo viaggio, infatti, le tartarughe hanno nuotato in mezzo a banchi di alici e numerosi altri pesci.
La liberazione delle tartarughe è avvenuta in concomitanza con la giornata conclusiva del progetto “La baia in fondo al sentiero”, promosso dall’Area Marina Protetta e dal FAI. Presenti all’iniziativa, oltre ai vertici del Parco di Punta Campanella, con il presidente Davide Gargiulo e il direttore Antonino Miccio, la responsabile Oasi del FAI Paola Candiani e la presidente della delegazione campana del FAI, Mariarosaria De Vitiis. Hanno partecipato all’evento anche l’assessore al turismo del comune di Massa Lubrense, Donato Iaccarino e il comandante della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, Giuseppe Menna.
Prima della liberazione delle tartarughe, i partecipanti hanno potuto scoprire le bellezze della Baia, con la visita guidata ai locali della ex-cava, della casa colonica e della Torre di Montalto. Il progetto “La Baia in fondo al sentiero”, caratterizzato da trekking, seawatching e canoa, si è articolato in 10 giornate da luglio a settembre e ha visto la partecipazione di circa 300 visitatori.
Raffaele Di Palma