Tutto ha inizio nel 2006, quando a seguito di un’assemblea di fabbrica per il rinnovo del contratto metalmeccanici, tutti i lavoratori bocciano quell’accordo. La Fiat e la “Tnt” (Tnt Automotive Logistics), il gruppo di Fiat che gestisce dal 1994 le attività logistiche e distributive dei ricambi in Italia, licenziano, nel febbraio 2006, 8 lavoratori tra i quali era anche lo stesso Rosario. Nel mese di maggio dello stesso anno, a seguito di una prima sentenza favorevole, l’azienda reintegra gli 8 lavoratori, licenziati per condotta anti-sindacale. Nel frattempo la Tnt viene assorbita dalla Fiat: Rosario diventa un dipendente Fiat ex Tnt presso lo stabilimento G. Vico di Pomigliano d’Arco. A settembre del 2008 però, una sentenza del giudice Diego Vargas, ribalta quella prima sentenza favorevole agli operai e la Fiat licenziò nuovamente i lavoratori. Nel febbraio del 2009, iniziano le cause di merito individuali: 4 lavoratori Fiat vengono reintegrati e il 19 marzo 2009, anche i 3 dipendenti ex Tnt compreso Rosario vengono reintegrati dal Tribunale di Nola, a seguito della sentenza disposta dal giudice, Dottoressa Paola Martorana. Solo per un lavoratore Fiat non c’è ancora sentenza favorevole: Domenico Mignano. “Malgrado la sentenza favorevole – ci spiega oggi Rosario Monda – la Fiat non ci ha mai reintegrati. Io personalmente vivo insieme alla mia famiglia in una condizione economica disastrosa. Ciò a causa dell’ingiustizia operata da Fiat. Ho corso il rischio di vedermi sottratto mio figlio di 20 mesi dagli assistenti sociali, ho rischiato di perdere la casa per accumulo di rate insolute del mutuo. Solo grazie all’aiuto dei compagni del consiglio di fabbrica della ‘Innse’ di Milano è stato possibile evitare che tutto ciò accadesse. – prosegue Rosario – Ho scritto al segretario nazionale della Fiom Maurizio Landini, affinché rendesse visibile la mia vicenda. In seguito gli ho anche parlato di persona fuori la fabbrica, ma ad oggi non ho ancora ottenuto alcun riscontro. Ho anche inviato una lettera al capo dello Stato Giorgio Napolitano, ma anche in questo caso non mi è pervenuta alcuna risposta. Di recente il mio legale ha agito in giudizio per ottenere il sequestro di alcuni conti bancari della Fiat, la quale però li ha lasciati in rosso. Giovedì 15 settembre, fuori i cancelli della fabbrica ho avuto modo di parlare con il responsabile legale Fiat, Vece Antonio, il quale mi ha garantito che avrebbe consultato i legali Fiat, per chiedere ulteriori chiarimenti, ma fino ad oggi la mia vicenda non si è ancora conclusa ed ancora non ho ricevuto alcuna risposta’’.
Massimo Venturi