Come di consueto, a conclusione della campagna di scavo a cura di archeologi e studiosi dell’Università di Tokyo, riapre al pubblico l’incantevole quanto misterioso edificio romano noto ai più come villa “Augustea”. Nei giorni 1 e 2 ottobre sarà infatti possibile visitare, gratuitamente, dalle ore 9 alle 13 e dalle 15 alle 17 il Sito Archeologico Romano di Somma Vesuviana situato in località Starza della Regina. Absidi ancora affrescati con le tinte del rosso e del blu, colonne di marmo africano, una enorme cella vinaria composta da dolia della capienza di circa 1600 litri, pilastri quadrigemini, statue del I secolo d.C., un portale decorato: l’edificio riserva sempre sorprese. Le novità della recente campagna permetteranno di formulare nuove ipotesi sul proprietario di questa monumentale villa, sulla persona che ha fatto costrire nell’entroterra napoletano questo meraviglioso edificio sepolto dalla violenta eruzione del Vesuvio del 472 d.C. che tanti vorrebbero fosse l’Imperatore Romano Augusto, ma di cui ancora non c’è certezza.
Il lavoro degli studiosi giapponesi è straordinario, accurato e sorprendente: un’opera cominciata nel 2002, quando l’equipe nipponica arrivò in Italia e iniziò lentamente, anche grazie al Professor Antonio De Simone, archeologo docente all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, a riportare alla luce reperti maestosi nascosti alla vista da circa 10 metri di detriti vulcanici. Anno dopo anno le scoperte sono state tante così come i turisti che sono giunti a visitare l’edificio. Migliaia di persone sono rimaste soprese della grandiosità della struttura e lo stesso Alberto Angela, qualche anno fa, ha visitato il sito realizzando un servizio mandato in onda su Rai1 dal famoso programma SuperQuark.
Ed ecco una nuova occasione per ammirare lo scavo. Anche quest’anno per l’apertura della villa, i Giapponesi si sono avvalsi del prezioso supporto delle associazioni locali: in primis la Pro Loco Somma Vesuviana ma anche Clud P.O. e Dioniso.
Una grande opportunità per riscoprire il passato della nostra bellissima terra.
Dora Ambra