Torre del Greco, polemiche e guai giudiziari: il bilancio dell’amministrazione Borriello

Mancano pochi mesi alle prossime elezioni comunali nella città del corallo. Ciro Borriello, attuale sindaco di Torre del Greco in forza al Popolo della Libertà, è destinato ad entrare nella storia della città corallina date le numerose vicende accadute durante il suo mandato. Avvisi di garanzia, divieto di dimora, arresti tra i componenti della sua maggioranza, crisi interne e contestazioni in tutti gli ambiti non hanno scoraggiato il chirurgo di via del Monte, che indisturbato ha continuato a governare la città avviandosi ad abbattere il tabù dei 5 anni di legislatura, cosa che a Torre del Greco non avveniva da circa vent’anni.
Non si ricandiderà. “Governerò Torre del Greco per dieci anni per garantire continuità nei progetti che avvierò”. Fu questa la frase che pronunciò Ciro Borriello pochi giorni dopo la vittoria contro gli altri candidati a sindaco Alfonso Ascione e Valerio Ciavolino, nemici politici storici dell’ex deputato di Forza Italia. Ma la promessa ebbe vita breve. Nel marzo del 2010, infatti, Ciro Borriello si candidò alle elezioni regionali con la benedizione dell’ex sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, padrino politico del dottore di via del Monte. Una vittoria avrebbe costretto Borriello, dopo sei mesi, a lasciare l’incarico da sindaco lanciando la città in nuove elezioni. Questo fu il commento di Rosario Rivieccio, che dopo aver minacciato di uscire dalla maggioranza e lunghi screzi con il primo cittadino, è oggi l’attuale vicesindaco della città del corallo: “Noi dell’Mpa siamo estremamente contrari alla candidatura di Ciro Borriello alle regionali. Abbiamo appoggiato nel 2007 la sua candidatura a sindaco purché seguisse la città e si impegnasse costantemente per risolvere i problemi di Torre. Egli aveva già dato prova di squilibrio politico nel 2008 quando aveva manifestato l’intenzione di candidarsi alle politiche. Non comprendiamo come un politico, che non riesce a dare risposte soddisfacenti per la città che governa, possa fornirne candidandosi alla Regione”. Tuttavia le 11mila preferenze ottenute non bastarono a Borriello a diventare consigliere regionale. La promessa sembrava salva, ma pochi mesi fa, il sindaco corallino ha annunciato che non si ricandiderà come primo cittadino di Torre del Greco. La decisione sarebbe stata presa a seguito di una offerta di lavoro da parte di una clinica di San Marino, che vorrebbe assicurarsi le prestazioni del chirurgo torrese. Tuttavia i suoi “fan” non mollano e con la creazione di un gruppo sul popolare social network Facebook chiedono di ripensarci e ricandidarsi nel 2012.
I guai giudiziari. Numerosi scossoni giudiziari hanno più volte fatto trabballare la poltrona del sindaco torrese. Nell’ottobre del 2010, quindici persone tra dipendenti comunali, vigili urbani e consiglieri comunali furono arrestate con l’accusa di corruzione, peculato ed estorsione in materia di abusivismo edilizio. Il caso del giro di mazzette legate all’abusivismo edilizio fece il giro dei media nazionali. Secondo le prime indiscrezioni anche Ciro Borriello sarebbe iscritto degli indagati, ma nessun avviso di garanzia gli sarà notificato. La bufera sull’abusivismo edilizio colpirà il primo cittadino nel secondo filone delle inchieste degli inquirenti, quando il 9 marzo del 2011 gli viene notificato il divieto di dimora. Le accuse sarebbero per soppressione d’atto pubblico ed abuso d’ufficio. Infatti Borriello avrebbe condizionato il lavoro della polizia municipale intervenendo per sopprimere un verbale di sequestro al fine di coprire abusi edilizi durante la ristrutturazione di un noto negozio sul territorio torrese. Per venti giorni il sindaco alloggerà nella vicina Ercolano, continuando tuttavia a governare la città fino al 29 marzo, quando il riesame revoca il provvedimento cautelare. Lo scorso 13 settembre una nota firmata dal dirigente comunale del settore antiabusivismo edilizio, ordina al sindaco e alla sua famiglia di ”Provvedere immediatamente alla demolizione delle opere abusive e alla rimessa in pristino della stato originario dei luoghi”. Infatti Borriello e famiglia avrebbero commesso abusi edilizi in via del Monte, dove è ubicata la dimora del primo cittadino.
L’ospedale Maresca. Tra le numerose proteste scattate durante il governo Borriello, quella contro la chiusura dell’ospedale Maresca è stata sicuramente la più imponente. La minaccia della legge regionale 16 di chiudere il nosocomio di Torre del Greco ha mobilitato il comitato pro Maresca, un gruppo di attivisti che da due anni lotta contro il ridimensionamento del presidio ospedaliero corallino. Numerose proteste e sfilate in piazza mandano in tilt il traffico cittadino, ma il Maresca continua ad essere ridimensionato. Anche se il potere del sindaco, in materia di sanità regionale è limitata, le accuse vengono rivolte a Borriello reo di non mettere in campo tutti gli strumenti in suo possesso. Nel febbraio del 2011 i componenti del comitato pro Maresca bloccano il consiglio comunale nel giorno dell’approvazione del bilancio di previsione, occupando l’aula consiliare di Palazzo Baronale. L’occupazione durerà alcune settimane, e solo l’intervento dei vertici della sanità regionale fa tornare tutto alla normalità. Nel giugno del 2011 anche Ciro Borriello scende in campo in prima linea per salvare l’ospedale Maresca. Il primo cittadino inizia lo sciopero della fame affinchè la Regione si interessasse al caso Maresca e trovasse una soluzione. Le mancate promesse di Stefano Caldoro spingono il primo cittadino torrese ad organizzare una sfilata per le strade invitando tutta la città. Nello stesso periodo, Borriello annulla la festa dei quattro altari ventiquattro ore prima dell’inaugurazione, mandando in fumo 50mila euro per la preparazione della festa patronale. La decisione fa infuriare l’opposizione e crea una spaccatura nell’intera città. In questa occasione emerge la frattura tra il sindaco Borriello ed il vicesindaco Rosario Rivieccio, promotore ed organizzatore della festa.
Le polemiche. L’amministrazione guidata dal dottore di via del Monte è stata al centro di innumerevoli polemiche. Il 17 dicembre 2009 l’amministrazione comunale acquista da un privato l’ex sementificio di via Lava Troia, struttura che sarebbe stata ristrutturata ed adibita ad edificio scolastico. Il costo del fatiscente immobile è di 2 milioni e 54mila euro, cifra ritenuta abnorme da parte dell’opposizione che abbandona la riunione. Tuttavia gli atti dell’acquisto vengono inviati all’attenzione della Corte dei Conti per accertamenti. Ad oggi l’acquisto dell’edificio è stato bloccato data la mancanza del certificato antimafia. Altro neo che fece infuriare la Torre del Greco sportiva è stata la presentazione del bando per la ricerca di un promotore ai fini della progettazione, realizzazione e gestione di un centro polisportivo in viale Europa. Ad aprile, a ridosso delle elezioni regionali, fu resa nota una gara per l’appalto di Project Financing, ma a data scaduta venne smentita l’ufficialità del bando, giustificando il documento come una semplice nota informativa e che il bando ufficiale sarebbe stato reso noto nel mese di maggio. Un errore che sollevò numerosi dubbi, data la vicinanza delle elezioni regionali dove il primo cittadino Ciro Borriello era candidato. Ad oggi il progetto è ancora fermo al palo, dato che il TAR ha accolto un ricorso del consorzio dei trasporti del sud che ha diffuso un contratto nel quale viene leggittimata la sua presenza per altri 6 anni. Aspre polemiche sono arrivate anche dalla viabilità. “La rivoluzione delle strisce blu” con l’aumento delle tariffe, la soppressione delle tariffe frazionate orarie, l’aumento degli stalli blu sul territorio, ma anche l’installazione di numerosi rialzamenti pedonali (ritenuti sospetti anche dal ministro dai trasporti che ha aperto una inchiesta n.d.r.) dal costo di 5mila euro e circa mille passi carrabili fuorilegge, hanno suscitato le ire del comitato strisce blu, che ha più volte chiesto un incontro con gli organi competenti per avere chiarimenti. L’ultima polemica che in questi giorni ha impegnato i genitori degli alunni delle scuole cittadine, sono le installazioni delle isole ecologiche negli spazi antistanti gli istituti. Una trovata impensabile da attuare, secondo i genitori, in quanto poco salutare per i prorpi figli.
Andrea Scala

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