Intimidazione a Metropolis, Bobbio: “Clan si combattono coi fatti, non a parole”

“Ferma condanna, ovviamente, del putrido fenomeno camorristico, che continua a manifestare la propria prepotenza e il tentativo di condizionare la vita della città”.

Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio, in relazione alle minacce ricevute dal quotidiano Metropolis e dai suoi giornalisti.

“La criminalità organizzata è un fenomeno endemico e dilagante, contro cui io sto lavorando molto duramente. Con la mia elezione a sindaco, l’Ente Comunale è tornato ad essere attivo sul fronte della difesa della legalità, dopo che per anni, in tale ambito, è stato un autentico disertore”.

Quella contro i clan – per Bobbio – è “una guerra continua”, che non si combatte soltanto con gli organi deputati a fronteggiarla, come la magistratura e le forze di polizia, ma “anche tentando di prosciugare la palude di illegalità diffusa nella quale prospera”.

“La mia Amministrazione lo sta facendo e le attività di contrasto si vedono. Ho fatto pubblicare bandi di gara per l’assegnazione legittima di importanti risorse economiche di questa città, come i chioschi e le spiagge libere attrezzate, e questi bandi sono andati deserti per mano dei clan. Peraltro, è di pochissimi giorni fa la notizia di un’indagine giudiziaria che riguarda l’interesse della famiglia D’Alessandro per la gestione dei lidi. Dunque, avevo visto giusto”.

Quanto alle manifestazioni di solidarietà previste oggi in città, il primo cittadino ha aggiunto: “Non credo nelle iniziative simboliche. Credo nel duro lavoro quotidiano, nella volontà di andare avanti per abbattere questo mostro che è la camorra. In tanti, e anche alcuni giornalisti locali, farebbero però bene a riflettere che la camorra non è un gattino che si può usare a piacimento, ma è una bestia feroce che va combattuta senza risparmio di energie, e bisogna sostenere chiunque la affronti. Cari amici del Pd e della sinistra in genere, continuate a fare quello che sapete fare, marce, marcette, promesse, giuramenti, convegni e lezioni in nome delle quali la vostra parte politica ha lasciato la città abbandonata nelle mani della camorra per anni. Io, per mio conto, invece che inutili dichiarazioni di solidarietà, preferisco continuare con iniziative concrete per azzerare, nei settori di mia competenza, la lurida presenza della criminalità organizzata a Castellammare. Certo, marce, marcette, promesse e giuramenti lasciano chi li fa al caldo riparo proprio di chi non si espone e non rischia in proprio. Ma tant’è: ognuno si regola secondo quello che il suo cuore e il suo fegato gli dettano. E, poi, come si dice: chi vuole, va e chi non vuole, manda”, ha sottolineato ancora Bobbio.

Un aspetto, però, il sindaco – che è stato anche ex pm Antimafia a Napoli – tiene a sottolinearlo e riguarda lo spazio offerto dal giornale ai parenti del boss Salvatore Belviso per “giustificare” le minacce e ribadire che il reggente del clan non ha iniziato a collaborare con la giustizia: “Sarebbe interessante, per concludere, conoscere le reali motivazioni del quotidiano in base alle quali è stato deciso di pubblicare, con adeguato risalto, le dichiarazioni e le discolpe di quelle che fino a ieri sera erano belve sanguinarie (e tali sono) che li volevano conculcare e oggi hanno la possibilità di belare motivazioni tali da precostituire, con l’aiuto del quotidiano-parte offesa, un comodo tentativo di difesa giudiziaria. Su questo, prevedendo le solite ciance e i soliti richiami alla imparzialità e al diritto/dovere di cronaca, mi sento di dire che questa camorra lurida e stracciona, se l’episodio di intimidazione si fosse svolto nei termini riportati, non avrebbe certamente meritato voce alcuna sulle pagine della parte offesa”, ha concluso Bobbio.

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