Un lunghissimo viaggio in bici da Pompey, in Gran Bretagna, a Pompei, in Italia, per raccogliere fondi per la ricerca sulla Glicogenosi, questa la sfida sportiva e umana lanciata dall’AGSD, associazione britannica impegnata nella lotta a questa terribile patologia, e raccolta da venticinque corridori amatoriali. Partiti dall’Inghilterra il 10 settembre e giunti al traguardo il 30 settembre, gli atleti hanno percorso ben 2315 chilometri ad andatura veloce, attraversando ben quattro paesi europei e toccando alcune tappe del Tour de France e del Giro d’Italia. Il loro lungo cammino li ha portati a confrontarsi con lunghi rettilinei, tortuose vie montane e ripide salite, con la strada che imita l’andamento imprevedibile della vita e rinsalda i legami d’amicizia nei momenti di sconforto, come ha confessato uno dei partecipanti,Gennaro Venditto, originario dell’area vesuviana. Questo durissimo giro, dalle colline del South Downs alle antiche strade romane da Milano a Napoli, passando per le Alpi svizzere e francesi, affrontato da corridori non professionisti, li ha visti fisicamente provati ma orgogliosi nell’animo per lo straordinario risultato raggiunto: ben 80.000 sterline sono state raccolte grazie a questo sacrificio per la loro causa. A festeggiare la loro impresa e lodare l’impegno profuso, il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio che ha accolto i ciclisti e le famiglie dei bambini affetti da questa grave malattia nella sala consiliare del comune il 30 settembre alle 16.30. Per l’occasione il primo cittadino ha consegnato al presidente dell’associazione, Alan Muir, la targa della città, anche se purtroppo non sono state coinvolte le associazioni sportive locali che avrebbero potuto dare il benvenuto ai loro colleghi inglesi. La città di Pompei, d’altronde, e quella inglese sono state scelte perché accomunate dall’assonanza col nome di Pompe, scienziato che per primo studiò la Glicogenosi, una disfunzione nell’immagazzinamento del glucosio causa di insufficienze cardiache e respiratorie che spesso portano a una morte prematura. Per questo i corridori non si arrendono e, mentre si parla di un gemellaggio tra le due città, loro sono già pronti per la prossima corsa, dal Canada al Messico, sempre all’insegna della solidarietà.
Claudia Malafronte