
Nell’ambito delle celebrazioni per il settimo anniversario del riconoscimento del titolo di città, Pompei premia uno dei suoi più rinomati artisti, Domenico Severino, ospitando nella casa comunale una personale dedicata ai suoi primi quarant’anni d’attività. La mostra, promossa anche dall’AMACI per “La giornata del moderno”, è stata inaugurata martedì 4 ottobre alle 19.30 presso la sala consiliare del comune alla presenza del sindaco, Claudio D’Alessio, del vice sindaco Claudio Alfano, e del consigliere comunale con delega alla cultura, Antonio Ebreo. Per l’occasione il primo cittadino ha espresso il proprio apprezzamento soprattutto per le doti umane dell’artista definendolo “maestro di vita”, doti apprezzate anche dal vasto pubblico che l’ha accolto, e che gli hanno consentito di comunicare la propria arte e dare lustro alla propria città natale. A ribadire la propria stima personale anche il consigliere Antonio Ebreo che ha sottolineato la modestia del pittore, suo amico personale insieme a Luigi Compagnone, giornalista e scrittore napoletano, quasi imbarazzato all’idea di vedere esposti i propri quadri nella sua città, pur essendo famoso in tutto il mondo. Un commento tecnico, sulle caratteristiche artistiche del Severino, è stato affidato a Domenico Raio, critico d’arte, il quale ha ricordato la sua adesione all’arte informale e concettuale, oltre ad essere anticipatore e poi firmatario del manifesto dell’ “Esasperatismo logos e bidone”, movimento di protesta contro la decadenza dell’uomo moderno e la distruzione del mondo naturale. L’opera del pittore pompeiano, d’altronde, ha avuto come costante la propria attenzione per l’uomo, prima rurale, come nel dipinto “Focolare” che descrive una Pompei contadina quasi scomparsa, oggi globale, come nel quadro “150° dell’ unità d’Italia”, dove oggetti comuni come il cellulare, un portafoglio, posti su un codice a barre, diventano il segno dell’inesorabile vittoria della civiltà dei consumi, mentre la bandiera è formata da tappi di bottiglia. In chiusura la parola passa allo stesso artista che emozionato ringrazia la città per l’accoglienza e il tributo riservatogli e lascia la parola ai suoi quadri perché ci raccontino dell’uomo e del mondo che cambia.
Claudia Malafronte