Nell’ultima riunione dell’Assise comunale stabiese è andato in onda un film già visto: manca il numero legale, la seduta del consiglio comunale non è valida e i consiglieri d’opposizione seduti ai ‘posti di comando’ tengono una conferenza stampa nell’aula consiliare di Palazzo Farnese. Anche il monito lanciato dall’opposizione all’unisono è sempre lo stesso:”Bobbio rassegni le dimissioni”. All’ordine del giorno c’era la ratifica di provvedimenti importanti, oltre a interpellanze e interrogazioni, come il finanziamento di 300 mila euro alla Sint S.p.a e l’approvazione della maggiorazione dell’addizionale Enel. Purtroppo non si è discusso di niente perché sei consiglieri comunali di maggioranza hanno fatto venire meno il numero legale alla seconda convocazione delle 17. Si sapeva che questo consiglio comunale era un banco di prova per verificare la tenuta della maggioranza del sindaco Luigi Bobbio che forse per la prima volta sarebbe andato sotto nelle votazioni. Che ben sei esponenti della maggioranza facciano slittare il consiglio comunale è comunque un dato indicativo: la maggioranza del primo cittadino stabiese non è più ‘coesa e granitica’ come ad inizio consiliatura. Al secondo appello sono mancati i consiglieri di maggioranza Eduardo Melisse, Lorenzo Esposito, Massimo De Iulio, Antonio Federico, Umberto Pane e Vincenzo Ungaro. Sono principalmente i moderati a volere la rivisitazione del programma elettorale e un cambio di tendenza come affermato anche allo scorso congresso cittadino del’Udc. Il sindaco Bobbio è chiamato a ricompattare la maggioranza perché un nuovo consiglio comunale deserto oppure andare sotto nelle votazioni significherebbe una spaccatura netta. I due provvedimenti più importanti che dovevano essere votati sono quindi rimasti in ballo e venerdì mattina è prevista una nuova riunione del consiglio comunale per l’assestamento di bilancio. Intanto il consigliere comunale Pdl, Antonio Carrillo, ha inoltrato l’intervento riguardo la Sint S.p.a che avrebbe dovuto tenere in aula. Carrillo chiede all’ex sindaco Salvatore Vozza come mai i mutui (2 milioni di euro nel 2006 e 4 milioni di euro nel 2007) richiesti dalla Sint sotto la sua gestione sono stati usati per fini diversi da quelli per cui erano stati chiesti ufficialmente. “Il finanziamento alla Sint- afferma Carrillo- è motivato e giustificato. Un finanziamento volto al fine di creare le condizioni necessarie ed inderogabili, per rendere praticabile ed efficiente il secondo reparto di fangoterapia vitale, necessario nell’economia della controllata Terme di Stabia. Il risultato economico della Sint a giugno 2010, al momento delle dimissioni dell’Amministratore Unico Anna Somma, ammontava a meno 2.400.000,00 euro, perdita di esercizio dovuta essenzialmente alle Terme di Stabia, controllata al 98,2%. Ed ecco che per verificare se di questo finanziamento se ne fosse fatto un uso diverso, il capo dell’opposizione si è portato sino alle Terme. Gli unici introiti previsti nell’anno 2010 erano postati in bilancio per una cifra che si aggirava sui 275.000,00 €uro di canone dovuto dalla controllata Terme di Stabia, canone che tra l’altro non risulta mai essere stato versato e che ha portato ad oggi il valore dei crediti commerciali e prestiti infruttiferi ad una cifra che si aggira intorno al 1.500.000,00 €uro. In sintesi il punto critico della situazione economica è la forte dipendenza di Sint dalle Terme di Stabia, oltre che dalla assoluta carenza di ricavi alternativi. Infatti il solo canone delle Terme, ammesso che la controllata sia in condizione di versarlo, non risulta assolutamente in grado di coprire i costi ricorrenti della società e l’impegno del mutuo decennale di 2.000.000,00 di €uro, contratto con MPS nel 2006, mutuo richiesto ed ottenuto per lavori di ristrutturazione, mentre sembrerebbe sia stato usato per estinguere il debito con il ministero del tesoro per il riscatto della quota societaria. Quindi un uso diverso dalle ragioni della concessione. Tutto ciò comporta di conseguenza che Sint, ogni anno, maturi forti perdite di bilancio. Altro punto critico riguarda lo sperpero di denaro pubblico, per impegni, valutati in 4.000.000,00di €uro, per un presunto miglioramento del complesso, in vista della privatizzazione di Terme e le relative consulenze. Sarebbe ora di chiarire una buona volta e per tutte che l’utilizzo dei 4.000.000,00 €uro erogati dal Comune alla Sint, nel dicembre 2007, attraverso un mutuo contratto con la banca OPI(Banca Infrastrutture per un mutuo in corso di pagamento da parte dell’amministrazione, quindi con i soldi dei cittadini) stipulato per la realizzazione di strutture Termali ancora non attive, mentre una cospicua parte veniva dirottata per la copertura di perdite di bilancio”.
Raffaele Cava