Con l’esplosione oggi in una fabbrica di fuochi d’artificio a Castellamare di Stabia (nel Napoletano, un ferito grave) tornano d’attualità gli incidenti nelle aziende pirotecniche, dopo il drammatico scoppio dello scorso 12 settembre della Pirotecnica Arpinate (Frosinone) che ha causato la morte di sei persone. Con l’avvicinarsi delle feste di Natale e Capodanno le fabbriche stanno aumentando la produzione e con questa cresce il rischio di gravi infortuni. Escludendo la produzione ‘in nero’, in Italia sono 277 le aziende pirotecniche regolarmente assicurate all’Inail. La maggior parte si trova al Sud (214, il 77%), seguito dal Centro (30), dal Nord-Est (24) e dal Nord-Ovest (9). Gli addetti registrati sono 564: al Sud, nonostante le tantissime fabbriche, gli addetti per azienda registrati dall’Inail sono però ‘solo’ 1,7, il numero più basso tra le diverse zone del paese. Secondo le rilevazioni della Consulenza statistico attuariale dell’Inail, nel corso del quadriennio 2007-2010 sono stati 66 gli infortuni sul lavoro (11 dei quali mortali) nel settore della pirotecnia (in media 17 incidenti l’anno, con tre dall’esito letale). Sono aziende dal forte radicamento nelle regioni del Centro-Sud, dove è particolarmente diffuso l’utilizzo dei botti e dei fuochi d’artificio al termine delle feste popolari. Proprio per questo negli ultimi quattro anni si è verificato in quelle zone il 70% degli infortuni (45 casi) e il 90% delle morti complessive (10 episodi, a fronte di un solo caso al Nord – in particolare nel Nord-Est). Le dimensioni estremamente contenute delle imprese (con un personale rappresentato, in media, da due unità), la manipolazione di materiale esplosivo, il carattere prevalentemente artigianale e manuale delle lavorazioni svolte possono spiegare la potenzialità di rischio infortunistico, comunque elevata, del settore. INCIDENTI MORTALI, 49 VITTIME DAL 1998 AL 2011. Sono 49 le vittime in incidenti in fabbriche di fuochi d’artificio dal 1998 a oggi. Questa la drammatica serie. – 17 luglio 1998, Caizza (Agrigento): 4 vittime; – 18 luglio 1998, Corleone (Palermo): 2; – 18 maggio 2000, Veroli (Frosinone): 3; – 23 novembre 2011, Terricciola (Pisa): 4; – 2 maggio 2002, Terzigno (Napoli): 3; – 30 agosto 2002, Visciano (Napoli): 3; – 5 luglio 2004, Giugliano (Napoli): 5; – 19 luglio 2005, Teggiano (Salerno): 2; – 6 agosto 2005, Ottaviano (Napoli): 3; – 24 maggio 2006, Mercato San Severino (Salerno): 2; – 23 aprile 2007, Gragnano (Napoli): 3; – 11 maggio 2007, Montegiorgio (Fermo): 2; – 6 febbraio 2008, Orvieto (Terni): 4; – 10 gennaio 2011, Santa Venerina (Catania): 2; – 2 febbraio 2011, Ceppaloni (Benevento): 1; – 12 settembre 2011, Arpino (Frosinone): 6.