I sindaci del PdL sulla questione abbattimenti in Campania

All’esito dell’assemblea dei Sindaci campani promossa dal PDL – tenuta oggi all’Hotel Mediterraneo di Napoli – si è deciso di rivendicare con forza per i cittadini della Campania lo stesso trattamento del quale hanno potuto legittimamente beneficiare gli altri cittadini della Repubblica in merito all’attuazione della Legge 326 del 2003 (c.d. Terzo Condono); è ferma intenzione dei rappresentanti istituzionali del territorio di ottenere dal Governo nazionale un provvedimento normativo che garantisca la piena applicazione dei principi enunciati dalla Corte Costituzionale nelle due sentenze, la n.199 del 2004 e la n.49 del 2006, riguardanti proprio la nostra Regione, in particolare quello che afferma in modo chiaro l’applicabilità del condono edilizio anche alle costruzioni realizzate in zone vincolate.

Di fronte alla prospettata esecuzione di circa sessantasettemila demolizioni, conseguenti a pronunce penali divenute definitive, la politica non può volgere lo sguardo altrove e far finta di niente: occorre definire una risposta istituzionale che, nel rispetto di esigenze fondamentali quali la tutela di valori assoluti paesaggistici e la esclusione di qualsiasi pericolo per la privata e pubblica incolumità, consenta di valutare con ragionevolezza la sanabilità delle costruzioni irregolarmente edificate. Non è più pensabile lasciare i Sindaci soli a fronteggiare una così grave emergenza nella quale confluiscono opposte esigenze, da un lato quella della Procura della Repubblica di garantire il rispetto del comando giudiziale e, dall’altro, quella dei cittadini che vengono privati della loro abitazione realizzata con l’investimento dei risparmi di una intera vita; il tutto aggravato dalle enormi difficoltà finanziarie che rendono per i Comuni oltremodo difficile, se non addirittura impossibile, garantire la puntuale osservanza dei provvedimenti giudiziali. Si è convenuto che tutti i Comuni campani interessati al problema, indipendentemente dal colore politico, si pronuncino invocando la riapertura dei termini della Legge n.326/2003, e chiedendo al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato ed al Presidente del Consiglio dei Ministri di essere ricevuti, per spiegare le loro ragioni e per ottenere un provvedimento di sanatoria che ponga finalmente ordine in una situazione in cui proprio il principio di uguaglianza tra cittadini e quello della parità di trattamento risultano così clamorosamente violati.

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