Nola – Servizio di assistenza anziani sospeso per mancanza di fondi la decisione, assunta con sofferenza dal Comune di Nola, ha gettato nell’angoscia gli anziani e i disabili fruitori del servizio, e gli operatori preoccupati di perdere anche quel poco di lavoro svolto. La voce circolava da qualche giorno, ma sembrava tanto in controtendenza da apparire poco plausibile. Invece, ieri mattina, il dirigente del servizio Arch. Giacomo Stefanile in un incontro con le cooperative che svolgono il servizio sul territorio, ha annunciato l’amara realtà, nonostante che il Comune di Nola ci abbia messo tanti soldi, l’improbabile è diventa realtà.
E che realtà! A causa della crisi economica che attualmente affligge l’Ambito N. 11 di cui, Nola è comune capofila, per la mancata erogazione dei fondi da parte della Regione Campania per le azioni del Piano Sociale di Zona per l’anno 2010 a fronte dei contributi previsti pari a circa € 1,6 milioni, il comune si è visto costretto a sospendere il servizio. Ovviamente un servizio cosi delicato come l’assistenza domiciliare svolto da personale qualificato ed inquadrato fino ad oggi in cooperative sociali in convenzione con il Comune, e l’Agenzia di Sviluppo dell’Ambito NA 11, mette in crisi tutti gli utenti che necessitano di cure ed assistenza.
Ovviamente la questione è parecchio delicata, molti utenti sono a letto e bisognosi di cure continue e con la sospensione del servizio stanno mettendo seriamente in crisi il già difficile equilibrio delle famiglie coinvolte nel caso. Anziani e disabili per i successivi mesi non possono beneficiare dell’assistenza domiciliare, devono arrangiarsi. Una procedura che definiamo assurda e che vede lamentarsi, comunque, tanti, tutti quelli che beneficiano dell’assistenza domiciliare un servizio già limitato per le ore di servizio (4 ore settimanali per gli anziani e 6 ore per i casi più gravi) ora vengono del tutto aboliti per gli anziani e ridotti del cinquanta per cento i disabili.
Tutto ciò per i soliti ritardi. Gli operatori delle cooperative che svolgevano il lavoro a domicilio, sono stati informati che non avrebbero potuto continuare a lavorare, venendosi così a trovare anch’essi in serie difficoltà non solo per il mancato rimborso del lavoro svolto da oltre otto mesi, ma anche della perdita del lavoro, e praticamente dalla sera alla mattina. A questo punto, visto come sono andate le cose, è lecito attendersi dalla politica scelte serie e coraggiose.
In base alla propria autonomia economica, il servizio potrebbe essere riaffidato alle associazioni di volontariato a costi notevolmente ridotti, e lasciare i disabili alle cooperative così come è stato fino ad un anno fa, servizio durato per oltre dieci anni con grande soddisfazione per utenti ed addetti ai lavori. Il Comune deve chiarire al più presto la propria posizione anche con l’Agenzia di Sviluppo, e gli impegni che intende prendere circa la gestione dei servizi sociali primari, a cominciare dall’assistenza domiciliare alle categorie più deboli.
Il silenzio con cui si fanno e si disfano programmi e decisioni su temi tanto importanti, non è affatto dorato, come recita l’antico adagio. Piuttosto suona come un’offesa ai cittadini, che hanno diritto di essere informati sui servizi che li riguardano. E che, tra l’altro, sono finanziati con il denaro dei contribuenti. Un motivo in più per pretendere chiarezza.
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