Da febbraio 2011 Francesco Saverio Barone è responsabile del settore economico e finanziario del municipio di Cercola, contemporaneamente mantenendo la propria carica di responsabile della ragioneria di quello di Arzano. Nel corso dell’ultimo consiglio comunale cercolese, Salvatore Grillo, consigliere PD, denunciava pubblicamente il fatto ed annunciava che avrebbe provveduto ad una denuncia formale presso il comando dei carabinieri. Per tutta risposta il sindaco Tammaro aveva asserito che tutti i documenti relativi a Barone e che gli permettono di collaborare con l’amministrazione di Cercola sono perfettamente in regola, quindi non c’era alcuna motivazione per cui il dirigente avrebbe dovuto dimessersi. A questo punto è il primo cittadino di Arzano, Giuseppe Fuschino, ad intervenire. La sua posizione è ferma: il nulla osta che ha permesso al responsabile di lavorare presso entrambi gli enti, non è valido in quanto non ci sono né autorizzazioni dell’ufficio del personale, né delibere di giunta che permettano la cosa. Il Comune di Cercola è quindi invitato ad interrompere il rapporto lavorativo instaurato con Barone. Il sindaco Fuschino ha aggiunto nella sua nota che la posizione del dirigente potrebbe anche essere rivista su richiesta del Comune di Cercola, ma solo rispettando tutti i passaggi previsti dalla legge. Tammaro non cambia opinione ed anzi invita il Sindaco di Arzano a dimettersi immediatamente per la vicenda. La motivazione alla base della richiesta è la seguente: il sindaco arzanese ha implicitamente ammesso di aver firmato un nulla osta illegale, in quanto il regolamento comunale di Arzano vieta ai dirigenti di ricoprire doppi incarichi, divieto non previsto dall’ordinamento cercolese. La posizione di Barone non è quindi incongruente con le linee guida dell’Amministrazione di Cercola, ma con quelle di Arzano a causa, appunto, della superficialità con cui è stato concesso un nulla osta illecito.
A far aumentare l’ira del Sindaco Tammaro, ci sono due motivazioni di fondo. La prima riguarda una presunta macchinazione politica per impedirgli di svolgere con serenità il suo compito. La seconda, più grave, sarebbe il mancato sostegno da parte dei vertici del PdL, suo partito di riferimento fino ad oggi. Il malcontento è tale da fargli annunciare pubblicamente al coordinatore nazionale del Popolo della Libertà, la sua uscita dal partito, colpevole di essere presente soltanto durante le tornate eletorali.
Anna Bottone