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Doppio vitalizio: dalla Regione Campania al Parlamento

Percepiscono il vitalizio grazie alla permanenza pregressa in Consiglio regionale ma anche l’indennità di parlamentari. Sono otto gli ex consiglieri regionali finiti nel mirino di un’inchiesta di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo pubblicata sul Corriere della Sera: Teresa Armato, Raffaele Calabrò, l’avellinese Vincenzo De Luca (da non confondere con l’omonimo sindaco di Salerno), Arturo Iannaccone (percepirà il vitalizio dal primo novembre), Cosimo Izzo, il beneventano Mario Pepe, Giuseppe Scalera e Domenico Zinzi. Quest’ultimo, peraltro, oltre all’incarico di parlamentare, è anche presidente della Provincia di Caserta. I destinatari del doppio bonifico devono ringraziare una leggina varata al tramonto della prima legislatura dell’era Bassolino. Una norma che ha abrogato una precedente disposizione risalente alla seconda metà degli anni Novanta, all’epoca dell’amministrazione Rastrelli. Quest’ultimo precetto recitava testualmente: «L’erogazione dell’assegno vitalizio è sospesa qualora il titolare venga eletto al Parlamento europeo, al Parlamento nazionale o ad altro Consiglio regionale». La percezione del vitalizio, peraltro, può essere anticipata al compimento del cinquantacinquesimo anno, a patto che il destinatario sia stato eletto consigliere regionale entro la settima legislatura (quella attualmente in corso è la nona).  Il vitalizio anticipato  (a 55 anni) si può percepire solo se si hanno alle spalle due legislature, ovvero non si può percepire per intero. Con una sola legislatura all’attivo si può ugualmente ottenere l’emolumento regionale, solo che quest’ultimo viene diminuito del 5 per cento per ogni anni di anticipo rispetto al limite ordinario dei 60 anni. La perdita per gli «impazienti» ammonta al 25 per cento del vitalizio. Il presidente del Consiglio regionale intanto Paolo Romano fa sapere che una proposta di legge per rimuovere lo sconcio «è già stata approntata all’interno dell’ufficio di presidenza».

Antonio Averaimo

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