A Caprile di Gragnano “sciopero della messa” a tempo indeterminato

“Dopo lunga agonia è deceduta la comunità parrocchiale di Caprile, uccisa dal vescovo per mano del suo vicario generale”. E’ il testo del manifesto listato a lutto che da ieri mattina campeggia sui muri della piccola frazione collinare di Gragnano. Lo hanno affisso i fedeli della parrocchia di San Ciro, dopo lo “sciopero della messa” attuato giovedì sera e che continuerà a tempo indeterminato. Alla base della protesta c’è il trasferimento di don Franco Vanacore, formalizzato dall’ arcidiocesi Castellammare – Sorrento con la nomina a nuovo parroco di don Antonino Lazazzera. A nulla è valso il tentativo di mediazione del vicario generale don Catello Malafronte, il quale pur ascoltando le ragioni dei manifestanti, è rimasto irremovibile nelle decisioni prese dalla Curia. La questione di Caprile però comincia a preoccupare anche le forze dell’ordine. Ieri pomeriggio, infatti, i carabinieri della locale stazione (agli ordini del maresciallo Sossio Giordano) hanno monitorato costantemente la piccola frazione, temendo che la protesta dei fedeli potesse generare nuovi problemi di ordine pubblico. Già domenica scorsa, del resto, alcuni residenti occuparono la chiesa, mentre all’esterno altre persone bloccarono la strada che collega Caprile ed Aurano con il centro cittadino. E anche su facebook e su vari siti d’informazione monta la polemica, con un confronto che resta aperto tra i fedeli della parrocchia di San Ciro e i residenti delle altre frazioni cittadine.  “Don Franco non si tocca – affermano in una nota i rappresentanti del comitato composto dai parrocchiani di Caprile -. In soli cinque mesi è riuscito a costituire anche nella nostra frazione una comunità di fedeli, finora inesistente. Giovani, bambini, anziani e gente di ogni ordine e grado hanno cominciato ad interessarsi alle attività pastorali proposte dal sacerdote – continuano -, finalizzate a far vivere e applicare la parola di Dio nella vita quotidiana. Uomini e donne che mai prima del suo arrivo erano entrati in chiesa, hanno cominciato a rendersi partecipi delle attività più varie e noi non permetteremo alla Curia di attuare questo trasferimento”. La decisione presa dai vertici dell’arcidiocesi di Castellammare ha dunque colto di sorpresa la piccola comunità gragnanese. Mercoledì scorso infatti il vescovo Felice Cece aveva deciso di prendere qualche altro giorno di tempo prima di ufficializzare la nomina. Forse, sperava che nel frattempo gli animi si sarebbero calmati. Ma così non è stato.

Una moltitudine di fedeli, infatti, ha disertato la messa di giovedì sera e, secondo quanto si è appreso, non sembra avere intenzione di fermarsi qui. “Vogliamo portare fino in fondo il braccio di ferro con il vescovo – affermano i rappresentanti del comitato – per avere come parroco don Franco e continueremo nell’astenerci alla partecipazione ai riti religiosi in chiesa”. Le attenzioni intanto sono interamente catalizzate su quello che potrebbe succedere in questo week – end. Domenica mattina infatti don Antonino, collaboratore di don Luigi Milano a San Leone, dovrebbe celebrare la sua prima messa nella chiesa di San Ciro. Il condizionale tuttavia è d’obbligo, visto che si temono nuove azioni di boicottaggio da parte dei residenti. Uomini, donne, giovani e persino gli anziani  potrebbero tenere un sit – in all’esterno della chiesa per “disturbare” la celebrazione del rito religioso. Ma si tratta soltanto di una ipotesi. Nelle prossime ore infatti i componenti del comitato metteranno a punto le nuove iniziative di protesta. “Non abbiamo nulla contro don Antonino e don Luigi – concludono i residenti -, ma non permetteremo che la Curia porti via da Caprile don Franco Vanacore”.

   Francesco Fusco

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