Convegno del PD e dei GD di Terzigno. Ad un anno di distanza dalle grandi proteste, alcune violente, altre pacifiche, sollevate circa l’apertura di cava Sari, nel comune vesuviano il Partito Democratico e i Giovani Democratici hanno indetto un convegno per riflettere, a mentre fredda, su quanto accaduto in quei giorni e sulle prospettive future in relazione al tema discarica.
L’incontro, svoltosi nell’aula consiliare del municipio terzignese, ha messo in evidenza come il problema non sia stato ancora risolto e non si veda una soluzione concreta e definitiva al problema dei rifiuti.
Sono intervenuti nel corso dell’incontro Gaetano Miranda, segretario dei GD terzignesi, l’avvocato Maria Rosaria Esposito del gruppo “Avvocati contro la discarica”, Annarita Ranieri, membro del comitato “La Ginestra”, Franco Matrone, esponente della Rete dei comitati, Annapina Avino, che lotta per far aggiornare il registro tumori nel territorio vesuviano e, in ultima istanza, Giuseppe Capasso, primo cittadino del comune di San Sebastiano al Vesuvio e presidente della Comunità del Parco. Moderatore del dibattito è stato il consigliere comunale Vincenzo Aquino, lo stesso che, pochi giorni, fa era stato aggredito verbalmente dal sindaco Domenico Auricchio nel corso di un acceso consiglio comunale.
Dalla testimonianza di Gaetano Miranda, fermato dai carabinieri insieme ad altri giovani mentre riprendeva quello che era la discarica, per passare all’avvocato Esposito, promotrice di varie denunce ed esposti a tutela dell’ambiente, per arrivare agli appelli ambientalisti e sanitari di Ranieri, Matrone e Avino. Una raccolta di esperienze e di testimonianze per stimolare la riflessione su ciò che è stato e su ciò che sarà.
Ampio spazio è stato dato alle opinioni dei cittadini, i quali, accorsi numerosi al convegno, hanno potuto constatare la mancanza di risposte certe per la soluzione di una questione ormai pluriennale. Tra il pubblico, anche rappresentanti del comitato delle “Mamme vulcaniche”. Dove finiranno i cumuli di rifiuti, visto che, ormai, cava Sari è data per quasi satura? Una risposta a questa domanda ancora non c’é.
I cittadini hanno, inoltre, sottoposto all’attenzione dei protagonisti alcune questioni, tra le quali quella di “nuovi” sversamenti nella “vecchia” cava Sari, chiusa da oltre un decennio, ipotesi che, però, non trova adeguati riscontri.
A conclusione del convegno, vi è stato l’intervento di Gennaro Capasso, il quale ha messo in evidenza il bisogno e la necessità di una gestione autonoma dei rifiuti e di una immediata realizzazione di impianti intermedi di trattamento della “munnezza”, ricordando l’accordo sottoscritto da 19 comuni vesuviani, ma, come al solito, ancora in fase di progettazione.
Antonio Tortora