Ma il problema non è solo nei costi: la dermatite atopica, soprattutto nelle fasi acute, rende la vita difficile. Il malato prova, notte e giorno, un insopprimibile bisogno di grattarsi, che condiziona la vita di tutti i giorni, il rendimento sul lavoro e quello scolastico. “La cura di questa patologia è apparentemente semplice – prosegue Ricci – con l’utilizzo in prima istanza di terapia con emollienti e idratanti, e nelle fasi acute di farmaci antiinfiammatori topici (corticosteroidi, immunomodulanti)”. Trattandosi infatti di una patologia a carattere cronico e recidivante l’impiego di corticosteroidi o altri farmaci deve essere limitato nel tempo, per evitare gli effetti collaterali di un loro impiego a lungo termine. La prevenzione delle recidive è quindi affidata all’impiego di creme emollienti e idratanti. “Ma attenzione – aggiunge Giampiero Girolomoni, Direttore Clinica Dermatologia e Venereologia di Verona – non bisogna banalizzare la terapia con l’utilizzo di comuni creme emollienti che potrebbero peggiorare la condizione del malato. Si devono impiegare prodotti appositamente studiati, ad azione antibatterica, con principi attivi capaci di intervenire sulle involucrine e quindi sul meccanismo che regola la perdita di acqua dagli strati profondi della pelle (TEWL – Trans Epidermal Water Loss) per migliorare lo stato della barriera cutanea. Ma non basta, non devono contenere conservanti, parabeni, coloranti o profumi.” L’impiego di creme idratanti adeguate è fondamentale anche nella gestione delle forme gravi di dermatite atopica che sono curate con l’impiego di farmaci sistemici quali ciclosporina, methotrexate e azatioprina.
“L’attività della barriera cutanea – spiega Enzo Berardesca, Direttore Clinica Dermatologica San Gallicano, Roma – è un meccanismo complesso. È ormai acquisito che la struttura della barriera è organizzata secondo il modello detto a ‘mattoni e cemento’, ove i mattoni sono rappresentati dai corneociti, le cellule deputate a difendere la pelle dalle aggressioni esterne, e il cemento dalla sostanza intercellulare idrolipidica”. Ed è proprio questa struttura a garantire il mantenimento della corretta idratazione cutanea.