Gli affezionati lettori de il Gazzettino Vesuviano sicuramente ricorderanno la struggente storia della piccola volpe Polly, era lo scorso mese di luglio quando nel nostro quotidiano on-line, e nelle pagine del settimanale cartaceo apparve l’articolo “Una storia a lieto fine: i volontari del WWF salvano una giovane volpe cieca” in cui si narravano le vicende di un piccolo cucciolo di volpe, affetto da temporanea cecità, rinvenuto da alcuni ragazzi a fine primavera sulla strada Meta-Amalfi, in località Tordigliano, e affidato alle cure dei volontari del WWF Penisola Sorrentina. Gli ambientalisti chiamarono la piccola volpe Polly e, nei mesi seguenti il giorno del ritrovamento, gli hanno assicurato amorevoli cure. Polly è così perfettamente guarita ed è diventata una splendida volpe adulta e, finalmente, i volontari hanno potuto liberarla nel suo ambiente naturale.
La volpe – fanno sapere i volontari del WWF – è stata liberata nella parte più alta del Canyon Vallone Porto di Positano: un luogo selvaggio e incontaminato, nel cuore del parco dei Monti Lattari, tra alti rupi calcaree, attraversato da impetuose cascate, ricco di biodiversità e di specie rare e in via di estinzione.
Tale magico ecosistema grazie ad una dura ed estenuante battaglia durata oltre tre anni, portata avanti da diverse associazioni ambientaliste – WWF in testa – è di recente sfuggito al grave rischio di una cementificazione selvaggia e irreversibile che sarebbe dovuta avvenire a seguito di un progetto di mitigazione del rischio idrogeologico approvato e finanziato dalla Regione Campania – progetto dimostratosi poi tanto inutile quanto devastante.
Il cucciolo di volpe quando fu rinvenuto – continuano a raccontare gli ambientalisti – aveva circa due mesi di vita ed appariva cieco. Successivamente, da una visita di un veterinario oculista specializzato, fu diagnosticata una infiammazione al nervo ottico non riscontrando, fortunatamente, danni alla retina e alla cornea. La volpe, inizialmente ricoverata al Centro di Recupero Fauna Selvatica dell’ASL NA1 il Frullone, è stata successivamente affidata alle cure dei volontari del WWF Penisola Sorrentina seguiti da un esperto zoologo, per un lungo periodo di acclimatazione propedeutico alla rimessa in libertà. Dopo diverse cure la volpe Polly (è questo il nome che le è stato dato) ha riacquistato perfettamente la vista!!!
“Per ospitare il cucciolo – racconta Claudio d’Esposito presidente del WWF Penisola Sorrentina – abbiamo inizialmente utilizzato un vecchio pollaio e letteralmente sfrattato le galline…poi abbiamo allestito un’ulteriore vasta area esterna per permettere il suo acclimatamento in una sorta di “set naturale”, tra tronchi di alberi, corbezzoli, edere, felci e rovi. Nel recinto esterno la volpe ha iniziato a nutrirsi di bacche e frutta e a dare la caccia ad insetti, cavallette, topolini e lucertole.”
“La fase più delicata è stata, una volta che l’animale ha riacquistato la vista, disabituarla al contatto con gli umani e sostituirsi alla madre per insegnargli a procacciarsi il cibo. A tale scopo abbiamo gradualmente sostituito la porzione di riso e carne con tutta una serie di altri alimenti…arrivando a nasconderli nei posti più disparati per verificare le sue capacità olfattive…”
Di solito le liberazioni degli animali avvengono nello stesso sito del rinvenimento, ma alcune volte risulta strategico rimettere in libertà tali animali in luoghi più sicuri e che offrano maggiori possibilità di sopravvivenza. Ed è stato il caso della volpe Polly: un devastante incendio boschivo, infatti, aveva ridotto in cenere interi ettari di macchia mediterranea proprio nel luogo dove era stata rinvenuta, ragion per cui si è deciso di portarla in un altro posto anche in considerazione del fatto che, alla fine di settembre, una volta in grado di badare a se stessi, i cuccioli di volpe vengono comunque allontanati dalle madri e spinti a cercare nuovi territori da colonizzare.
Inoltre nel sito dove è stata liberata il rischio di incappare nei pericoli rappresentati dall’uomo (tagliole, bocconi avvelenati, autoveicoli, bracconieri, incendi, ecc) è ridotto al minimo.
Nel nostro territorio la volpe non ha veri e propri nemici naturali – concludono i volontari del WWF – mancando predatori quali il lupo o grossi rapaci diurni, e l’uomo costituisce spesso il suo peggior pericolo. Ma stavolta, per la volpe Polly, è stato proprio l’uomo a dargli una nuova possibilità di sopravvivenza.
Ferdinando Fontanella
(Foto a corredo realizzate da Fulvio Esposito – archivio WWF Penisola Sorrentina)