Puc: l’associazione “Progetto Scafati” chiede risposte

Riteniamo doveroso ed irrinunciabile e non più rimandabile, ottenere le dovute risposte in merito ai quesiti posti dalla nostra associazione durante l’incontro pubblico tenutosi nella Sala Don Bosco di Scafati il due Luglio di quest’anno, in merito a quanto contenuto nella “Proposta di PUC” presentata dall’Amministrazione Aliberti. E’ arrivato il momento che questa Amministrazione si assuma le proprie “responsabilità” nei confronti dell’intera città, su quanto prodotto fino al 07.04.2011, quando in pari data,  con un atto di Giunta ha approvato la propria “Proposta di PUC”, con una procedura definita dallo stesso Primo Dirigente Tecnico del Comune dott. Ing. Andrea Matrone “ANOMALA”, affermazione fatta in occasione della presentazione al pubblico del succitato elaborato.

La nostra associazione, la sola che ha proposto, dopo ben due anni di assoluto silenzio, un confronto “diretto ed aperto” a tutti gli scafatesi, rimane convinta che questo PUC adottato dalla Giunta Aliberti, offenda la nostra “intelligenza” di uomini e di operatori del territorio, e quindi la nostra “competenza”.

Chi governa una città, una comunità, deve innanzitutto rispettarla, specialmente quando questa in forma “democraticamente partecipata” solleva dei “quesiti” precisi sul futuro sviluppo del territorio in cui vive.

L’Amministrazione deve dare risposte certe e precise a chi, con quesiti certi e precisi, ha sollevato dubbi sulla “sostenibilità” di detto piano.  Invero chi oggi dimostra, una  così marcata “mancanza di umiltà”, nascondendosi dietro “un’assordante silenzio”, significa che di risposte non né ha o cosa ancora più grave, non né vuole dare. L’associazione “Progetto Scafati” invita pubblicamente le autorità cittadine a dire finalmente la sua sulle tematiche sollevate durante l’incontro del due Luglio scorso, mediante un confronto tra le parti da tenersi in forma pubblica e partecipata, ricordandogli che:

• Chi non sa confrontarsi con le buone pratiche messe in campo in altre realtà urbanistiche troverà sempre ostacoli  sul suo cammino, per l’assenza di un confronto democraticamente partecipato;

• Chi non sa cogliere le opportunità offerte dal mercato non potrà mai produrre vantaggi alla collettività;

• Chi non risponde a quesiti specifici sollevati da ben 50 (cinquanta) Tecnici di Scafati, con istanza formulata al protocollo generale del Comune di Scafati nel lontano 01.02.2010 e del 17.07.2011, significa che ha scelto di considerare “secondario” il rapporto con i propri cittadini-elettori, Tecnici compresi;

• Chi ritiene di avere condiviso tutte le scelte urbanistiche con la città solo perché ne ha svolto una semplice formale presentazione, è ben lontano dalla realtà in cui vive;

• Chi ritiene che ad oltre cento giorni dalla presentazione delle duecento osservazioni  al PUC , si possa ancora rimanere nel silenzio, ha già deciso che i cittadini scafatesi debbano sapere come sarà la loro città, soltanto alla fine di un “processo” definito nelle stanze del “potere locale”.

Il sospetto, per quanto fin qui elencato, invece è che questa amministrazione soffra di una certa  “incompetenza sulla materia” , ma per fortuna dei cittadini scafatesi tutto questo è stato sempre presente in noi, e non ci ha indotti desistere dalla ricerca di un confronto costruttivo e perequativo per l’intero territorio di Scafati.

Si possono percorrere strade diverse per svolgere una funzione perequativa, ma sicuramente quelle che stabiliscono misure restrittive dove ci sono le massime potenzialità non fanno sviluppo.

Domandiamo all’Amministrazione come farà a fare convergere, in fase programmatica, per ciò che attiene:

• Alla riduzione del deficit pregresso di attrezzature di quartiere e territoriali, attualmente di circa 654.000 mq;

• Sull’edilizia residenziale privata, sviluppata frammentariamente nell’ambito di uno stratosferico consumo di terreni agricoli ad alta redditività, presenti nel nostro territorio (circa 120.000,00 mq.);

• Sugli interventi per le attrezzature d’interesse collettivo e per l’edilizia residenziale sociale e/o pubblica da attuare, a parere nostro, all’interno delle aree industriali  incompatibili con il centro urbano e di conseguenza da delocalizzare in periferia o in aree A.S.I. o P.I.P.;

se, fino ad oggi, si ostina a non modificare la parte operativa del PUC perché ha paura di assumersi le  proprie responsabilità.

La Città di Scafati si aspetta una risposta adeguata: forse non sarà possibile dare o costruire una casa in proprietà a tutti, ma in affitto ed a canone calmierato sì può e si deve fare. Il rilancio del comparto turistico-ricettivo-gastronomico-culturale è di fondamentale importanza per lo sviluppo occupazionale dei nostri giovani. E’ questa la sfida che i tempi impongono all’Amministrazione ed è questa la risposta che la Città vuole dal PUC. Invitiamo pertanto il primo cittadino ed il suo Assessore all’urbanistica ad un confronto pubblico con i nostri  Tecnici sulla disamina del redatto P.U.C.

Associazione Progetto Scafati

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