In seguito ai crolli che hanno funestato in questo inizio di autunno gli scavi di Pompei, si attendeva con particolare fermento il sopralluogo di Johannes Hahn, commissario europeo per la politica regionale, previsto per il pomeriggio del 26 ottobre. Purtroppo, a causa del maltempo che ha colpito la regione, la visita è stata rimandata al prossimo 7 novembre, giorno in cui lo stesso Hahn farà ritorno in Italia per controllare lo stato dell’arte a Pompei. A parte la delusione per il mancato arrivo del commissario europeo, nonostante l’urgenza di lanciare un segnale di interesse per il sito anche attraverso un presidio costante, si può apprendere con sollievo la notizia dell’arrivo dei 105 milioni di euro destinati agli scavi archeologici dalla UE. L’annuncio è avvenuto nel corso della conferenza stampa su Pompei che si è tenuta in giornata a Palazzo Chigi e a cui hanno partecipato, oltre ad Hahn, Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Raffaele Fitto, ministro per i rapporti con le regioni, Giancarlo Galan, ministro dei Beni Culturali e Stefano Caldoro, presidente della regione Campania. In tale occasione, il commissario europeo ha parlato di un progetto quadriennale per il restauro e la valorizzazione del sito archeologico, non solo al fine di ricostruire le parti già oggetto di cedimento, ma anche di evitare il ripetersi di tali danni. Il commissario Hahn ha inoltre affermato il suo impegno personale e continuo a vigilare sull’esecuzione di tali progetti e in particolare ad assicurare l’apertura dei lavori per l’inizio del prossimo anno. In ordine alle polemiche suscitate dai recenti avvenimenti, il sottosegretario ai Beni Culturali Riccardo Villari ha smentito le voci, circolate nelle ultime ore, circa un possibile commissariamento degli scavi di Pompei da parte dell’Unesco e ha escluso forme di gestione straordinaria. In definitiva, non può che registrarsi con dispiacere l’annullamento del sopralluogo previsto in data odierna, anche perché potrebbe rivelarsi estremamente utile, per chi è chiamato a vigilare sulle sorti e sulla sicurezza del sito, verificarne lo stato in caso di precipitazioni abbondanti. Tali condizioni, del resto, se hanno fermato i vertici istituzionali, non hanno determinato la chiusura del sito, che continua così a essere visitato dai turisti chiamati a districarsi tra pietre scivolose e pozzanghere. Nella speranza, ovviamente, che non avvenga un altro crollo.
Claudia Malafronte