Lavoratori fantasma, che avrebbero dovuto imparare ad eseguire i compiti di bonifica e che invece non sono mai entrati in un’azienda e le cosiddette work experience le hanno fatte solo sulla carta. Il procuratore regionale della Corte dei conti Tommaso Cottone e il sostituto procuratore di Napoli Ferruccio Capalbo hanno così chiesto la condanna della Teleservizi, l’azienda che avrebbe dovuto formare i 250 corsisti del progetto regionale Isola, e di Francesco Girardi, il dirigente regionale che avrebbe dovuto controllarne l’operato. Insieme avrebbero procurato all’erario un danno 1 milione e ottocentomila euro. Il magistrato contabile ha immediatamente disposto il sequestro dei depositi bancari, dei crediti verso la Regione e immobili degli amministratori dell’azienda. Le indagini sono state svolte dal nucleo di polizia tributaria coordinato dal tenente colonnello Massimo Gallo. Quella della Corte dei conti è solo una delle inchieste sul progetto Isola: sulla vicenda indaga anche il pm Giuseppe Noviello. La Procura napoletana sta anche indagando sui disordini e sui blocchi stradali causati dalle proteste dei disoccupati che nel frattempo hanno cambiato la loro sigla in Bros. Il consigliere regionale del Pd ed ex assessore della giunta Bassolino Corrado Gabriele rivendica il merito dell’avvio delle indagini: «L’indagine sui corsi fantasma nasce nel 2007 da una mia precisa denuncia presentata alla Digos e alla Guardia di Finanza». L’assessore regionale al Lavoro Severino Nappi dal canto suo attribuisce le responsabilità della vicenda alla vecchia amministrazione di centrosinistra: «La nostra posizione – sottolinea Nappi – è da sempre contraria all’assistenzialismo e quanto scoperto dalla Guardia di finanza riguarda la precedente amministrazione. Sono cose che non sarebbero mai dovute accadere. La strada che abbiamo intrapreso noi va in un tutt’altra direzione».
Antonio Averaimo